Quanto è davvero conveniente Netflix in Italia?

Uno studio Comparitech mette in relazione il prezzo di un abbonamento mensile e il numero complessivo di titoli disponibili su Netflix: gli italiani sono tra gli utenti che pagano di più al mondo

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Che Netflix avrebbe sconvolto le nostre abitudini lo si era previsto già quel lontano 2015 in cui il servizio streaming più famoso al mondo entrò anche nelle case degli italiani sancendo l’inizio di una nuova stagione (tele)visiva.
Sembra passata un’era geologica, eppure Netflix in Italia continua a far parlare di sé,  anche dopo aver archiviato le polemiche su Baby, nuova serie prodotta in casa nostra che ha ampiamente deluso le aspettative di tutti quelli che tifavano per una 13 Reasons Why edizione bunga bunga.
E no, non stiamo parlando di qualche polemica tardiva riguardante il film su Cucchi (che agli appassionati piacerebbe ricordare col vero nome, Sulla mia pelle), e non stiamo nemmeno pensando allo Spelacchio, poi Spezzacchio, poi Albero di Natale più bello che c’è, che Netflix ha piantato a Roma in piazza Venezia. Sarebbe troppo facile anche citare il fatto che in Saint Seiya: Knight of The Zodiac, per la prima volta Andromeda sarà esplicitamente donna.

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Ebbene no, c’è dell’altro. A finire sotto la lente d’ingrandimento della Comparitech, istituto che si occupa di statistiche relative al mondo dell’informatica e delle nuove tecnologie in generale, bissando uno studio che calcolava il rapporto qualità-prezzo di Amazon Prime Video nel mondo, è stato stavolta proprio il servizio di streaming fondato da Reed Hastings e Marc Randolph. E udite udite, se si mette in relazione il prezzo di un abbonamento mensile rispetto al numero complessivo di titoli disponibili nella library, gli italiani sono tra gli utenti che pagano di più al mondo.

Netflix

Stime alla mano, risulterebbe che paghiamo il 31% in più rispetto agli spettatori americani e che il paese in cui emigrare per sfruttare meglio Netflix (o di cui, più realisticamente, impostare le VPN) sarebbe il Canada.
Per evitare di cadere nel vortice della lamentela però, possiamo consolarci confrontando le nostre statistiche con quelle degli altri stati europei. Ci torna in un attimo il sorriso se leggiamo che nella nostra libreria disponiamo di 4818 titoli tra film e programmi televisivi, fatto di cui ci invidieranno di certo gli amici spagnoli, i quali a parità di prezzo rispondono di un catalogo di sole 3211 unità. 
Va anche peggio ai danesi, che alla modica cifra di 11,94 $ al mese possono disporre di soli 3305 titoli.

Netflix

Ma se derby europeo dev’essere, le gioie maggiori verranno spulciando i dati dei cugini francesi, che pagano quanto noi per poter scegliere soltanto tra 3606 titoli. 
Certo, se poi la partita a colpi di audiovisivo si sposta nelle sale, quelli retrocessi in terza categoria saremmo senz’appello noi. Se infatti la Francia non gode di servizi streaming impeccabili, di tutt’altro tenore sono le statistiche riguardanti i biglietti strappati per andare al cinema.
Il rapporto 2018 dell’UNIC (International Union of Cinemas) afferma infatti che seppur in lieve calo (-1,8 % in meno di spettatori nel 2017 rispetto all’anno precedente), l’economia cinematografica francese viaggia ancora a vele spiegate, se confrontata con la nostra (lo scorso anno le presenze in sala da noi sono calate del 12,4%, il dato peggiore dell’Eurozona).
Nel Regno Unito poi, malgrado la library di Netflix sia tra le più aggiornate al mondo ed il prezzo medio del biglietto sia di 8 euro e 50 (contro i 6 e 30 italiani), la percentuale di spettatori in sala è persino aumentata (+1,4%).

Questo per dire che forse, per risolvere la crisi di presenze nelle nostre sale,  non basterà firmare qualche decreto già definito da molti «Anti-Netflix». Forse, anzi, cinema in sala e streaming a casa potrebbero anche convivere pacificamente, da servizi alternativi.
O forse no, per qualcuno è sempre veramente colpa di Netflix e di qualche Sfera Ebbasta di turno…

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