"Quel che resta di mio marito", di Christopher N. Rowley

quel che resta di mio maritoNon basta una grande attrice, Jessica Lange, accanto ad altre due ottime attrici, Kathy Bates e Joan Allen. La forza del loro mestiere si sgretola in una pellicola dalla struttura troppo fragile. Segnali allarmanti di un cinema affossato, appesantito da una sceneggiatura zoppicante e lanciato a tutta velocità senza una guida sicura. Forse nella speranza che l'alchimia di tre talenti potesse bastare ad arrivare al traguardo. 

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quel che resta di mio maritoVariazione sul tema cinema "on the road" per Quel che resta di mio marito. Il viaggio di tre amiche, Margene (Kathy Bates) e Carol (Joan Allen) per riportare l'urna con le ceneri del marito di una di loro, Arvilla (Jessica Lange) al funerale organizzata dalla figliastra. Dall'Ohio mormone fino alle spiagge californiane, passando per il Gran Canyon, Las Vegas e il deserto di sale. Corredo su una fimmante Cadillac Bonneville tra piccoli screzi tra vecchie amiche, scelte difficili, e qualche incontro davvero speciale.  Un cinema al femminile, mai come in questo periodo così presente sugli schermi: The Women o Mamma Mia!. Fotogrammi inondati di femminilità, corpi/volti di attrici come Jessica Lange, la Streep e Meg Ryan che riescono a riempiere ogni singola inquadratura, a trattenere e compensare. Sguardi che saldano e ci fanno dolcemente ripensare ad un altro cinema, ad altri titoli, ad altre storie, ad altri personaggi. Un dolce deejavu attraverso qualche "impercettibile", ma ancora seducente ruga. La Lange è forse l'emblema di questo ritorno. La sua carriera solitaria e anticonformista è un'altalena nella professione di attrice dentro e fuori Hollywood, da Tootsie e Frances, fino all'incontro con Sam Shepard e il ritorno nel film di Tony Richardson, Blue Skye. Un'icona direbbero i suoi estimatori, ma in questo film del quasi esordiente Christopher N. Rowley non può bastare il suo smisurato talento. La sua voglia di mettersi in gioco in un progetto scritto e diretto da due esordienti. Accanto ad altre due ottime attrici, un altro premio Oscar, Kathy Bates e a Joan Allen, la forza del loro mestiere si sgretola in una pellicola dalla struttuta troppo fragile. La volontà delle tre di dare vita e vigore al trio di vecchie amiche che si riuniscono per sorreggere la fresca vedeva crolla dopo poche scene. Tutto l'impianto vaporizza dietro un esile sceneggiautura e ad una regia invisibile. Mischiare il Thelma&Louise di Scott con una liturgia dell'elaborazione del lutto attraverso gli incontri con un giovane autostoppista errante nella distesa desertica alla ricerca del padre, un camionista gentile (non ci sono più i camionisti alla Duel) e gli scenari catartici del paesaggio selvaggio alla John Ford, illuminati dai primi piani di Arvilla che disperde le ceneri del marito. Segnali allarmanti di un cinema affossato, appesantito da una sceneggiatura zoppicante e lanciato a tutta velocità senza una guida sicura. Forse nella speranza che l'alchimia di tre talenti potesse bastare ad arrivare al traguardo. 

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Titolo originale: Bonneville
Regia:Christopher N. Rowley
Interpreti: Jessica Lange, Kathy Bates, Joan Allen, Tom Skerritt, Christine Baranski
Distribuzione: Teodora
Durata: 93'
Origine: Usa, 2006

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