"Quella casa nel bosco", di Drew Goddard
Il gioco, quello vero, sta tutto nel campo tra lo schermo illuminato nel buio e la poltrona dello spettatore in sala. È con lui che gioca Goddard, stimolandone la mente, rendendolo semi-passivamente partecipe di un testo stratificato, sia da un punto di vista visivo che cognitivo. Il coinvolgimento è totale e, anche se a volte Goddard usa le sue carte nascoste furbescamente, si ha sempre l’impressione di stare un passo avanti rispetto ai personaggi. Più che horror è puro divertimento cinefilo.
Goddard dirige il film con l'occhio dell'appassionato di genere, di quello che di horror ne ha visti tanti e ne ha carpito i segreti. Molti sono gli omaggi, non solo a Non aprite quella porta e altri classici, ma anche, e soprattutto, a La casa, vero modello. Del film di Raimi si riprendono le inquadrature, quella bassissima macchina da presa, quasi rasoterra, che guarda tremolante verso l'alto i personaggi, a suggerire una forza nascosta. Ma ancor di più se ne riprende lo spirito, quel senso dell'umorismo macabro che nasce dal prendere in giro se stessi. Tuttavia, Goddard non si ferma al semplice omaggio o alla ripresa di modelli antecedenti. Quella casa nel bosco, infatti, scopre i meccanismi di genere, tutti i suoi cliché (colei che sopravvive che deve essere vergine, la bionda disinibita che viene fatta fuori per prima, il nerd ucciso dalla troppa curiosità, etc.), per poi sovvertirli con fare ludico. L'horror è un grande gioco, qualcosa che spaventa, ma fa anche ridere chi ne sta fuori, controllato voyeuristicamente dalla sala comandi. Gli impiegati che osservano il gioco credono di essere i registi, coloro che possono sviare la trama verso un'altra direzione, ma in realtà sono anch'essi parte di un gioco più grande. Loro sono dei semplici spettatori resi pedine. Il gioco, quello vero, sta tutto nel campo tra lo schermo illuminato nel buio e la poltrona dello spettatore in sala. È con lui che gioca Goddard, stimolandone la mente, rendendolo semi-passivamente partecipe di un testo stratificato, sia da un punto di vista visivo che cognitivo. Il coinvolgimento è totale e, anche se a volte Goddard usa le sue carte nascoste furbescamente, si ha sempre l’impressione di stare un passo avanti rispetto ai personaggi. Più che horror è puro divertimento cinefilo.
Titolo originale: The Cabin in the Woods
Regia: Drew Goddard
Interpreti: Chris Hemsworth, Richard Jenkis, Bradley Whitford, Amy Acker, Jesse Williams, Fran Kranz
Distribuzione: M2 Pictures
Durata: 105'
Origine: USA, 2011