“Questo film è tutto mio”. Gabriele Muccino racconta il suo Padri e figlie

Il regista ha presentato oggi a Roma il suo quarto film realizzato negli Stati Uniti con Russell Crowe e Amanda Seyfried. In sala il 1° ottobre in 400 copie distribuito da 01

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Gabriele Muccino e gli Stati Uniti. Il regista ha presentato oggi a Roma il suo quarto film ‘Made in Usa’, Padri e figlie. Russell Crowe (anche tra i produttori esecutivi) è un  romanziere rimasto vedovo che cerca di crescere al meglio la figlia di 5 anni pur dovendo fronteggiare un serio disturbo mentale. Venticinque anni dopo la ragaza (interpretata da Amanda Seyfried) deve combattere ancora con i demoni del passato ed è incapace di stabilire un rapporto sentimentale duraturo.

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Dei quattro film realizzati, Padri e figlie e quello di cui Muccino è maggiormente orgoglioso: “È un film che ho fatto come volevo io. Se non fosse stato così e mi fossi ritrovato a vivere l’esperienza di Quello che so sull’amore, avrei abbandonato il set”. Poi aggiunge: “Mi sono innamorato sin da subito della sceneggiatura di Brad Desch. E quando mi capita di rivederlo, piango davanti a certe scene. Ovviamente ci sono state anche delle difficoltà, soprattutto durante il montaggio perché ci sono dentro più trame pur non essendo un film corale”.

russell crowe e kilye rogers in padri e figlieL’esperienza negli Stati Uniti era partita a razzo: “Dopo aver girato Ricordati di me, sono andato in America e ho girato Alla ricerca della felicità, con Will Smith che aveva imposto il mio nome. Sono così passato davanti anche a registi bravissimi che volevano dirigerlo. Non pensavo che quel film andasse così bene al box office. E, a quel punto, in quel momento ad Hollywood avrei potuto fare di tutto”. Compreso Twilight. “Ci avrei campato di rendita tutta la vita. C’è però un problema: io non credo ai vampiri”. Al regista infatti interessa raccontare la vita delle persone: “Vorrei essere cresciuto in una scuola che va da Zavattini ad Age e Scarpelli, da Bob Fosse a Woody Allen, passando per Salvador di Oliver Stone e Un uomo da marciapiede di Schlesinger.

amanda seyfried in padri e figlieIl tema padre-figli l’ha subito attratto: “Certo, poi negli Stati Uniti i miei sono considerati come film d’arte. Oggi ad Hollywood gli ingredienti che erano dei film drammatici sono stati scippati dalla tv. Quindi, quando mi sono trovato davanti a un tema che affrontava il rapporto padri-figli, per me ha avuto la stessa attrazione del miele per l’orso”. Eppure non è la prima volta che il regista affronta questo argomento, anzi caratterizza tre dei quattro film che ha girato negli Usa: “Anche se Sette anime parla di una paternità diversa. Comunque penso che non avrei potuto fare un film migliore di Padri e figli su questa tematica”. Poi ammette: “Il finale avrebbe dovuto essere completamente diverso. Però non lo rivelerò mai quale doveva essere”. Rivela anche che in America avrebbe potuto girare anche un film di fantascienza: “Si intitola Passengers e lo stanno realizzando ora dopo che il copione è andato in giro per circa 12 anni”.

Si sofferma infine a parlare dei protagonisti. Comincia con Amanda Seyfried: “Quello di Katie era un ruolo inseguito anche da importanti attrici. Ma era anche pericoloso. Ho visto invece che in Amanda, dietro quell’aria fanciullesca, c’è un mondo dietro”. Poi la scena è tutta per Russell Crowe: “Ora che lo conosco bene, posso dire che è proprio come il Gladiatore. Prima avevo girato la parte contemporanea con Amanda. Poi è arrivato lui sul set. Era stanco e raffreddato. Aveva appena finito di girare il suo film da regista (The Water Diviner) e stava ultimando i ritocchi su Noah. E il primo giorno di riprese con lui, abbiamo girato subito la scena dell’attacco di convulsioni nel bagno”.

Padri e figlie uscirà in sala il prossimo 1° ottobre in circa 400 copie distribuito da 01. Negli Stati Uniti invece arriverà a dicembre.

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