Qui non è Hollywood, di Pippo Mezzapesa
La serie si connette con la percezione ultraterrena che permea il profondo Sud e il loro rapporto con la Morte, i segni arcaici e premonitori con cui Mezzapesa evita il morboso.
La chiave che Pippo Mezzapesa e la sua squadra di collaboratori scelgono per affrontare il delitto di Avetrana del 2010 porta con sé una connessione forte con la maniera in cui il profondo Sud, dove l’omicidio di Sarah Scazzi si è consumato, vive la Morte, il senso del destino, la percezione di una dimensione ultraterrena delle cose: si tratta della felice intuizione con cui la serie Disney+ si tiene al riparo dagli aspetti più morbosi di un giallo che i media italiani hanno aggredito come cani da caccia affamati nel corso di quell’estate di quattordici anni fa, assaltando le viuzze del paesino nel tarantino, gli schermi dei televisori e le prime pagine dei tabloid.
Per questo prodotto basato sul libro Sarah. La ragazza di Avetrana di Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni, Mezzapesa recupera quell’attenzione al sentimento soprannaturale, a quel legame con una Terra che reca simboli ancestrali, che da sempre è il fulcro della sua produzione da Il paese delle spose infelici fino a Ti mangio il cuore (come il film con Elodie, anche questa serie è costantemente attraversata dalle hit pop del momento in cui si svolge, Rap Futuristico di Fabri Fibra o Obsesión degli Aventura, quasi a stridere con la sensazione ricorrente di una landa senza tempo): e così Sarah e zio Michele sono perseguitati da visioni premonitrici e da una percezione febbrile, allucinata della realtà che gli sta intorno, la ragazzina perché vive la condizione del paese come un luogo maledetto, e l’anziano agricoltore perché ossessionato dal senso di colpa cattolico, e dal destino della nipotina nell’aldilà.
All’interno della scansione dei quattro episodi, dedicati ognuno ad un personaggio diverso della torva vicenda, le puntate su Sarah e su Michele Misseri risultano così quelle in cui si realizza maggiormente la visione degli autori, i toni quasi horror di un racconto sospeso tra i segni di una legatura millenaria e il recupero di una vicenda di cui gli spettatori conoscono e ricordano ancora probabilmente ogni passaggio, il ritrovamento del cellulare, le mille versioni differenti della confessione dello zio, la diretta a “Chi l’ha visto?”, la rivelazione vagheggiante del fioraio…
Non è l’eccesso, davvero figlio della via à la Ryan Murphy del true crime contemporaneo, nella ricerca al calco esibito su figure che oggi sono patrimonio dell’immaginario popolare italiano, a rendere invece maggiormente problematici gli episodi dedicati a Sabrina e Cosima Misseri, quanto la tendenza ad un’esagerata semplificazione nel rendere i due, al contrario assai complessi, personaggi di madre e figlia, che finiscono così per essere un po’ schiacciati, la donna nella caratterizzazione della matrona spietata e dittatoriale, e la ragazza in quella dell’innamorata accecata dalla gelosia e al contempo desiderosa di apparire il più possibile davanti alle telecamere.
Peccato, perché l’impegno del cast tutto è davvero impressionante, sotto quelle maschere si agitano vicende di statura tragica (come quella della madre di Sarah), e soprattutto la Mimì di Vanessa Scalera riesce a restituire tutta la forza arcaica ed oscura di storie come questa: Qui non è Hollywood fotografa infatti con una certa precisione l’atmosfera che permea ed infesta le piazze, i pub, le stradine e le finestre socchiuse dei paesini. Dove invece Mezzapesa ha mano decisamente pesante è nella caratterizzazione della calata dei reporter assetati da tutta Italia, che sgomitano e scalpitano in maniera fin troppo grottesca per portare in onda ognuno almeno un pezzetto del nuovo grande delitto nazionale (che al contrario la serie non mostra mai): su questo aspetto, è un j’accuse decisamente più tagliente il testo della canzone di Marracash realizzata dal rapper per i titoli di coda della serie.
Regia: Pippo Mezzapesa
Interpreti: Vanessa Scalera, Paolo De Vita, Giulia Perulli, Federica Pala, Imma Villa, Anna Ferzetti, Giancarlo Commare, Geno Diana, Antonio Gerardi, Lorenzo Bianconi, Roberta Infantino, Mimmo Mancini, Lorenzo Sepalone, Ilaria Martinelli
Distribuzione: Disney+
Durata: 4 episodi di circa 60′ l’uno
Diatribuzione: Italia, 2024