Rabbit Hole

di John Cameron Mitchell

 

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Nicole Kidman in Rabbit HoleInterpreti: Nicole Kidman, Aaron Eckhart, Dianne Wiest, Tammy Blanchard, Miles Teller, Sandra Ho
Origine: Usa, 2010
Distribuzione: Videa-CDE
Durata: 90’
 
 

Becca Corbett (Nicole Kidman – The Interpreter, Fur, La bussola d’oro, Australia, Nine) e suo marito Howie (Aaron Eckhart – The Black Dalia, Niente velo per Jasira, Sapori e dissapori, Il cavaliere oscuro, Qualcosa di speciale) sono una coppia benestante che fatica a tornare alla normalità dopo la morte improvvisa del figlio di quattro anni, investito da un’auto. In modi diversi, entrambi sembrano incapaci di elaborare il lutto. Howie rivede ogni sera il volto del figlio attraverso i filmati del suo telefonino e fa amicizia con una donna (Sandra Ho – Sideways – In viaggio con Jack, Hard Candy, la serie Grey’s Anatomy, Una voce nella notte) conosciuta durante una seduta di terapia di gruppo. Becca in casa si isola dedicandosi alla cura del giardino e alla progressiva eliminazione di tracce e ricordi, mentre si riavvicina lentamente alla propria madre (Dianne Wiest – Amori e incantesimi, Mi chiamo Sam, Guida per riconoscere i tuoi santi, Passengers – Mistero ad alta quota, Rage) ed entra in contatto con il ragazzo (Miles Teller) coinvolto nell’incidente che ha sconvolto la sua vita. Tra ricordi, sensi di colpa, desideri, recriminazioni, rabbia e sarcasmo, i Corbett continuano a cercare un modo per riconciliarsi con se se stessi e con un’esistenza che appare inutile e insensata.

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Primo progetto della Kidman (in corsa per l’Oscar come migliore attrice) come produttrice e interprete per la sua casa di produzione Blossom Films, Rabbit Hole è stato adattato per il grande schermo dal drammaturgo David Lindsay-Abaire, autore dell’omonima pièce teatrale che gli è valsa il Premio Pulitzer e che è andata in scena per la prima volta a New York nel 2006. Apparentemente si tratta di un’opera insolita per un artista noto soprattutto per commedie come Fuddy Meers e Kimberly Akimbo, ma anche per lo stesso John Cameron Mitchell, regista di pellicole come Hedwig – La diva con qualcosa in più e Shortbus – Dove tutto è permesso.
Il titolo richiama la caduta di Alice nel Paese delle Meraviglie in un mondo sconosciuto dove accadono eventi impossibili, ed evoca l’esperienza di shock e straniamento vissuta dalle persone colpite da un grave lutto.
 
 
(S.O.)
 
 
 
 

 
 
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