Rassegna di Satsuo YAMAMOTO

10 – 31 gennaio 2012

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CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

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IL CINEMA SOCIALE E POLITICO di SATSUO YAMAMOTO

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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10 – 31 gennaio 2012

 

proiezioni ore 19.00

 

Istituto Giapponese di Cultura
Via Antonio Gramsci, 74 – 00197 Roma
Tel. 06 3224794
www.jfroma.it – info@jfroma.it
ingresso libero

tutti i film sono in versione originale con sottotitoli in inglese

 

 

 

Quasi sconosciuto in Italia, Satsuo Yamamoto (1910-1983) è noto in Giappone per i suoi film su temi
sociali e politici, ma anche per la poliedricità dello stile con cui ha diretto le sue opere più
rappresentative. Tra le pellicole che portano la sua firma, figurano adattamenti di testi letterari di
importanti scrittori del suo tempo, come Tatsuzo Ishikawa e Toyoko Yamazaki, mediante le riflessioni
dei quali Yamamoto, esponente di sinistra e membro del Partito Comunista Giapponese, analizza i
principali problemi della società dell’epoca, con particolare attenzione alla corruzione politica e alle
conseguenze del capitalismo senza regole. Tra i titoli più significativi in tal senso Kizudarake no Sanga

 

(1964) e Kinkanshoku (1974), considerati i più importanti manifesti della sua ideologia politica;
nella filmografia di Yamamoto non mancano tuttavia melodrammi, chambara eiga (film di cappa e
spada/samurai) e film fantastici, nei quali è riuscito a coniugare opportunamente l’aspetto di
intrattenimento con i compromessi sociali di cui fu testimone. Sette le pellicole in programma, sette
importanti tasselli per ricostruire la cinematografia di un cineasta coraggioso e coerente, forte di
un’ideologia che ha saputo infondere in ogni sua opera, indipendentemente dal genere e dallo stile
utilizzato.
Martedi 10 gennaio

NIGURUMA NO UTA

 

 

 

 

(The Cart Song, 1959, B/N, 140’, 35mm)

Ambientato in un’area rurale nella prefettura di Hiroshima tra il 1894 e il 1940, il film è un magniloquente ritratto

dei sacrifici affrontati da una modesta famiglia contadina per garantirsi la sopravvivenza in un periodo di profondi
cambiamenti sociali e per far fronte alle mai assopite dinamiche conflittuali tra suocera
e nuora. A sopportare il peso di tante privazioni e a lottare con determinazione per non cedere alle difficoltà sono le
donne della famiglia, in particolare la protagonista, Seki, e sua figlia Otoyo, ritratte da Yamamoto con intenso realismo
e interpretate da grandi star dell’epoca. Il film fu prodotto in maniera indipendente dalla divisione cinema
dell’Associazione Nazionale Agricoltori Giapponesi e finanziato con i contributi di tre milioni di donne rappresentanti
l’ala femminile dell’Associazione.

 

 

 

Giovedi 12 gennaio

SHINOBI NO MONO

 

 

 

 

(A Band of Assassins, 1962, B/N, 104’, 35mm)

Sullo sfondo delle guerre civili che insanguinarono il Giappone alla fine del XVI secolo, si dipana una storia di

intrighi, combattimenti spettacolari, poteri super naturali e magia nera, che ha per protagonisti due gruppi di

 

ninja con
una missione comune: uccidere il generale Nobunaga Oda e fermare la sua ambizione di unificare il paese. Un film
d’azione e intrattenimento che riscosse grande successo al botteghino e diede inizio a una saga, con il celebre attore
Raizo Ichikawa nel ruolo fisso di protagonista e la regia affidata di volta in volta ad un regista diverso.

 

Martedi 17 gennaio

ZOKU SHINOBI NO MONO

 

 

 

 

(Return of the Band of Assassins, 1963, B/N, 93’, 35mm)

Seconda pellicola delle otto che compongono la saga

 

Shinobi no mono, realizzata dalla Daiei tra il 1962 e il 1966.ninja come singoli eroi, straordinariamente dotati, che lottano controninjutsu – in quest’opera come nella precedente –ninja – grazie anche allaninja nella provincia di Iga e procede narrando le spettacolari imprese messe in atto dal protagonista,
In linea con l’idea di socialismo proletario evidente nella narrativa pulp di Tomoyoshi Murayama (1901-1977), da cui
l’intera serie è tratta, Yamamoto presenta i
un’autorità oppressiva e dispotica. In tale prospettiva le tecniche
vengono trattate in maniera del tutto innovativa e nell’immaginazione popolare i
splendida interpretazione di Raizo Ichikawa – diventano strenui difensori della libertà dagli oppressori. Il film,
ambientato nel periodo degli Stati Combattenti (1582-1594), inizia con lo sterminio da parte di Nobunaga delle ultime
roccaforti
Goemon Ishikawa, per fermare le ambizioni del crudele generale Oda.

 

Giovedi 19 gennaio

KIZUDARAKE NO SANGA

 

 

 

 

(The Tycoon, 1964, B/N, 152’, 35mm)
Sceneggiato da Kaneto Shindo, uno dei più importanti, prolifici e longevi registi giapponesi – oggi alla soglia dei 100
anni – il film si sofferma sulle ingiustizie sociali derivate dal capitalismo e dalla corruzione politica, temi ancora oggi
di grande attualità; utilizzando il genere del melodramma Yamamoto tratta l’argomento con grande partecipazione
ideologica, ponendo il personaggio del grande magnate dell’edilizia, Arima, in una luce del tutto negativa agli occhi
dello spettatore, descrivendolo come uomo scaltro, avido, capace di perseguire solo il profitto e suoi interessi personali,
indifferente alle aspettative del popolo e finanche dei suoi figli illegittimi. Il film è ambientato a Tokyo e dintorni negli
anni ’60 quando già il capitalismo aveva mostrato il prezzo da pagare in termini di umanità e disagio sociale; una
realtà stigmatizzata nelle opere letterarie di molti scrittori dell’epoca, tra i quali Tatsuzo Ishikawa (1905-1985),
vincitore della prima edizione del Premio Akutagawa nel 1935, dal cui racconto è tratto il film.

 

Martedi 24 gennaio

SHIROI KYOTÔ

 

 

 

 

(The Ivory Tower, 1966, B/N, 150’, 35mm)

Shiroi kyotô

 

 

, insieme a Kizudarake no sanga e Kinkanshoku, è una delle opere più rappresentative della cinematografia
di Yamamoto, famoso per i suoi film di denuncia e per la sua posizione ideologica
di impronta social-proletaria. Tratto da un testo della scrittrice Toyoko Yamazaki (1924-vivente) – nota per i suoi libri
di inchiesta basati su fatti di cronaca – è ambientato nella ristretta cerchia del Dipartimento di Medicina di una
prestigiosa università giapponese, dove si sta valutando a chi affidare la carica di capo-chirurgo una volta che il prof.
Azuma andrà in pensione. Il candidato più papabile sembra il suo assistente Zaizen, ottimo allievo che ha instaurato
con Azuma un rapporto di subordinazione dal sapore “feudale”, in previsione di un agognato avanzamento di carriera.
Ma il prof. Azuma si oppone all’ascesa dell’ambizioso chirurgo e all’interno dell’ospedale si formano due distinte
fazioni in appoggio a due diversi aspiranti. Yamamoto evidenzia come la lotta per il potere penetra anche nelle torri
d’avorio dietro le quali si trincera la rinomata élite dei medici professionisti, rivelandone tutta la debolezza e
vulnerabilità come esseri umani.

 

Giovedi 26 gennaio

BOTAN DÔRÔ

 

 

 

 

(The Bride of Hades, 1968, colore, 89’, 35mm)

Dopo aver sperimentato vari generi cinematografici –

 

chambara (cappa e spada), melodramma, film d’azione e di(La lanterna delle peonie), racconto di fantasmi di origine cinese molto popolare nel Giappone del periodokabuki, rakugo e più volte adattato anche per il cinema, fin dalobon, quando le anime
denuncia – Yamamoto saggia con questo suo lavoro anche il genere fantastico, portando sullo schermo la storia di

 

Botandôrô
Edo (1603-1868), presente nel repertorio del teatro
1910. La storia è ambientata a Edo (antico nome di Tokyo) in epoca Tokugawa, durante la festa
dei defunti lasciano l’aldilà per far visita ai loro cari sulla terra. Il fantasma di una donna, Otsuyu, celata sotto le vesti
di una raffinata cortigiana del quartiere di piacere di Yoshiwara, cerca di sedurre Shinzaburo, un giovane di ricca
famiglia dall’animo sensibile che – ignaro dell’inganno – sembra cedere alle lusinghe della donna-spettro. In questa
versione diretta da Yamamoto, il regista – sempre coerente con le proprie ideologie socialiste – si sofferma sul
personaggio di Shinzaburo, mettendo in risalto la sua attenzione verso gli strati sociali più disagiati e l'avversione
nei confronti della classe abbiente, qui rappresentata dalla sua famiglia di origine.

 

Martedi 31 gennaio

KINKANSHOKU

 

 

 

 

(Solar Eclipse, 1974, colore, 155’, 35mm)

Basato su un fatto vero, esposto con gran clamore ai membri della Dieta giapponese nel 1964, il fi lm racconta gli

intrighi e il relativo scandalo scoppiato tra i membri del Partito Conservatore nella corsa per l’ambita posizione di
Primo Ministro. Una corsa che non risparmiò l’eliminazione fisica degli oppositori e la messa in scena di un’asta
finalizzata al progetto di una diga, ma in realtà utilizzata per coprire l’ingente somma di denaro spesa per finanziare
le elezioni. L’avidità di quattrini, potere e donne, è rappresentata da Yamamoto come tratto distintivo e quasi
inevitabile del backstage del mondo politico. Tatsuzo Ishikawa, autore del racconto da cui è tratto il film, vagliò
attentamente gli atti della Dieta dopo il cambio al vertice cui si riferiscono i fatti, e i risultati della sua inchiesta hanno
rappresentato materia appetibile per Yamamoto, sempre pronto a stigmatizzare nella vita e nelle opere
cinematografiche la cattiva pratica della corruzione politica, della lotta per il potere e dei privilegi dei potenti.

 

 

 

BIOGRAFIA

Satsuo YAMAMOTO nasce nel 1910 nella prefettura di Kagoshima; nel 1932 viene espulso

dall’Università di Waseda e l’anno successivo entra negli studi della Shochiku, dove diventa assistente
di Mikio Naruse, che segue anche nella scelta di trasferirsi, nel 1934, alla PCL, la casa di produzione
dalle cui ceneri sorse la Toho Studios. Nel 1937 Yamamoto viene promosso al ruolo di regista
e dirige la sua opera d’esordio. Prosegue l’attività di cineasta fino al 1943; con l’inizio della guerra,
viene inviato con un contingente militare in Cina dove rimane per 3 anni. Tornato in Giappone nel
1946 è di nuovo accolto alla Toho e l’anno successivo, insieme a Fumio Kamei, co-dirige Sensô to
Heiwa (Guerra e Pace, 1947). Aderisce al Partito Comunista Giapponese e per un certo periodo
dirige anche film di propaganda bellica per la Toho, ma quando i suoi rapporti con la casa di
distribuzione si deteriorano Yamamoto lascia la compagnia e inizia a produrre film indipendenti, molti
dei quali orientati al realismo sociale, come Shinkû Chitai (1952). Nel 1955 fonda una casa di
produzione propria, la Yamamoto Pro. In seguito passa alla Daiei, per la quale dirige Shinobi no Mono
nel 1962, un successo commerciale che spinse la compagnia a commissionare altri film al regista,
inclusi Shiroi Kyotô (1966) e Botan Dôrô (1968), ritenuti i suoi capolavori. Dal 1970 al 1973 realizza
una trilogia di film di guerra, Sensô to Ningen, cui fecero seguito Karei Naru Ichizoku (1974) e
Kinkanshoku (1975). YAMAMOTO scompare nel 1983, all’età di 73 anni.

info: Isabella Lapalorcia – Istituto Giapponese di Cultura – via A. Gramsci, 74 -00197 Roma
tel. 06 3224794 – www.jfroma.it – lapalorcia@jfroma.it

 

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