Raymond & Ray, di Rodrigo Garcìa

Un’inaspettata virata rispetto al genere road movie, con un duo di attori perfettamente combinati e una porzione ben calibrata di black humor. Ottimi Ewan McGregor ed Ethan Hawke. Concorso.

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Non il solito film sulla riconciliazione fra padri e figli. Non il solito incontro fra due fratelli troppo diversi destinato a finire in scintille. Non il solito e perbenista indottrinamento sul perdono sempre e comunque, sparato verso una conclusione in cui tutti si ritrovano felici intorno a un tavolo. In Raymond & Ray ci si fa male, le ferite sanguinano davvero e per una volta sembra di avere la sensazione che sia tutto credibile, tangibile, reale. Si è pronti a credere che il pathos non sia creato forzosamente per scopi narrativi, ma che anzi il dolore sia raccontato senza fronzoli, in uno spiazzante lavoro di bilanciamenti, nel quale ogni componente del lavoro è in equilibrio con gli altri. Raymond & Ray prende due fratelli, cresciuti da un padre terribile, e li trascina al funerale di lui, tra crisi isteriche e momenti di black humor semplicemente perfetti. Garcìa non si fa alcun problema nel giocare con la morte, con l’odio, con la vendetta. Non ci sono filtri né tantomeno finzioni di sorta e questo dona al film un effetto incredibilmente fresco, finalmente svecchiato da una certa retorica familiare a cui spesso il cinema americano ci ha abituati.

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Ethan Hawke e Ewan McGregor sono la coppia che non ti aspetti, ma insieme funzionano a meraviglia. Il film poggia quasi completamente su di loro, però, come ben si sa, spesso non sono sufficienti buone performance per salvare un film. Ed ecco che entra in gioco una sceneggiatura di alto livello e una elaborata caratterizzazione dei personaggi a permettere ai due attori un ottimo risultato nelle performance. Raymond, interpretato da Ewan McGregor, sembra infatti, ad un primo sguardo, quello più calibrato fra i due, meno “testa calda”, rispetto a suo fratello Ray, trombettista a tempo perso, appassionato di jazz e con un passato da tossicodipendente. Quello che colpisce immediatamente è come queste iniziali descrizioni dei personaggi vengano man mano meno con lo scorrere dei minuti. E lo fanno in maniera rocambolesca, divertente, a volte parossistica. La narrazione in realtà mantiene quasi completamente un’aristotelica unità di tempo, dal momento in cui il film si svolge tutto nel giro di un giorno, quello del funerale.

Durante questa lunga giornata ci sono diverse scene indimenticabili, dovute principalmente alle sorprese che il padre, post mortem, ha riservato a due dei suoi figli. Eh sì, Raymond e Ray saranno infatti costretti a incontrare altri inaspettati membri della famiglia, ma soprattutto faranno la conoscenza di due straordinari personaggi femminili, interpretati da Maribel Verdù e da Sophie Okonedo. E anche qui, nulla è come sembra e finalmente i finali strappalacrime sono abilmente evitati.  A volte va un po’ troppo sopra le righe, ma è un film che crede al 100% in se stesso. Questa scelta potrebbe rappresentare per alcuni una boccata d’aria fresca dalle commedie e dai drammi (visto che non si potrebbe dire con facilità a quale dei due Raymond & Ray appartenga) preimpostati che sforna Hollywood, mentre per altri potrebbe significare un enorme punto debole di un film che per il resto rasenta quasi la perfezione. In qualsiasi caso, speriamo di vederne sempre di più di questi schiaffi al politically correct, interpretati alla perfezione da attori che sanno fare fino in fondo il loro mestiere.

 

Titolo originale: id.
Regia: Rodrigo Garcìa
Interpreti: Ethan Hawke, Ewan McGregor, Maribel Verdù, Sophie Okonedo, Todd Louiso, Tom Bower, Maxim Swinton, Chris Silcox, Chris Grabher
Distribuzione: Apple TV+
Durata: 100′
Origine: USA, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.7
Sending
Il voto dei lettori
2.86 (7 voti)
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