Reclusi in casa: The Wolfpack. Il branco, di Crystal Moselle

La sconvolgente storia deli sei fratelli tenuti chiusi in casa per molti anni. Ma tra lo sguardo e ciò che viene inquadrato, qualcosa si blocca.

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“Ho incontrato questi ragazzi nei primissimi giorni in cui avevano iniziato ad uscire di casa ed interagire con il mondo, per caso: è stato come scoprire una tribù a lungo dispersa…”. Crystal Moselle, al suo primo lungometraggio dopo aver diretto la serie Something Big, Something Small descrive così il primo impatto con i sei fratelli Angulo la prima volta che li ha incrociati. Loro erano vestiti come i personaggi di Le iene di Tarantino Così lei l ferma e scopre la loro storia.

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In The Wolfpack, Gran Premio della Giuria al Sundance, la storia dei ragazzi è come progressivamente svelata. Come se la macchina da presa sfondasse il muro di un edificio di Manhattan. Le luci di New York sembrano inafferrabili e arrivare solo dall’esterno. Forse una soluzione estetica anche facile, come per cercare una sorta di distacco dalla loro drammatica vicenda. Il padre, di origine peruviane, che non lavora e di solito beve, decide di non mandare i figli a scuola per difenderli da una metropoli pericolosa e dalle insidie del mondo esterno. Così li tiene quasi sempre chiusi in casa per circa 10 anni e la moglie deve subire passivamente la sua decisione. L’unico contatto col mondo esterno sono i film che guardano più volte e poi vengono recitati con costumi fatte con le loro mani. Finché un giorno uno di loro decide di vedere cosa c’è fuori la porta.

the wolfpackLa cineasta intervista tutti i familiari. Usa la macchina proprio per alimentare la loro rivelazione a cuore aperto. Non c’è distanza nella cineasta, anzi ci si immedesima in pieno. Cattura rivelazioni forti (“Se non avessi i film, la vita sarebbe noiosa e non avrebbe senso andare avanti”), integra le interviste con alcuni video privati di repertorio (con registrazioni che risalgono anche al 2005), li segue per strada e nelle loro recite cinefile.

C’è quindi tutto il materiale per un film scioccante che però in realtà non lo è. Se a volte il cinema ha il potere di far diventare interessanti storie che sull carta lo sono di meno, qui invece avviene il contrario. La Moselle aveva per le mani un materiale esplosivo, ma le polveri sono bagnate. La dimensione privata si intreccia con un viaggio cinefilo (tra la trascrizione delle battute di Pulp Fiction, Le iene e The Fighter) che, pur vero, ha il sospetto di essere al limite dell’autocompiacimento. Ogni immagine sembra avere lo stesso peso, dall’irrizione degli S.W.A.T., al viaggio in treno. La telecamera doveva quasi essere invisibile. Invece se ne se sente la presenza dappertutto, come nella metropolitana dove c’è una ragazza che la guarda. L’emozione sembra esserci. La partecipazione pure. Ma nel passaggio dall’occhio a ciò che viene inquadrato, qualcosa si blocca.

Titolo originale: The Wolfpack

Regia: Crystal Moselle

Interpreti: Bhagavan Angulo, Govinda Angulo, Narayana Angulo, Mukunda Angulo, Krsna Angulo, Jagadisa Angulo, Visnu Angulo, Susanne Angulo, Oscar Angulo, Chloe Pecorino

Distribuzione: Wanted

Durata: 89′

Origine: Usa 2015

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