Red Krokodil, di Domiziano Cristopharo

brock madson in red kroodil

L'eccesso di creatività manda fuori giri un film eccessivamente sovraccaricato da simbolismi e da citazioni che vanno da Pasolini alle influenze pittoriche di Fussli e Mantegna. In linea col cinema indipendente del regista (1000 euro di budget, 10 giorni di lavorazione). Ma il disfacimento del corpo e il tentativo di filmare la memoria e il desiderio restano però solo a livello progettuale

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brock madson in red kroodilA volte può essere l'eccesso di creatività che rischia di mandare fuori giri un film. E c'è da dire che Red Krokodil, nono lavoro di Domiziano Cristopharo è segnato anche da una coraggiosa sperimentazione che però rischia il manierismo. Circa 1000 euro di budget, 10 giorni di lavorazione con Cristopharo che si è occupato dalle luci al make-up e un corpo isolato sullo schermo, quello del modello Brock Madson con un passato da tossicodipendente. Si assiste al suo disfacimento fisico e mentale, causato dal krokodil, droga potentissima  diffusissima in Russia che rappresenta l'alternativa economica all'eroina e che causa la morte di chi ne fa uso di solito nel giro di tre anni. Lui è solo, in una città post-nucleare simile a Chernobyl (all'inizio vediamo Cherepovets, una delle città più inquinate al mondo), vittima di allucinazioni. La sua figura si stacca e si mescola all'ambiente (un bagno sporco e il water) oppure si riflette in uno specchio come se vedesse l'altra immagine di se stesso.

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Cristopharo inghiotte il protagonista nel biancore delle luci o nell'oscurità, lascia trascinare il suo sguardo dentro la sofferenza di un corpo che però non è epidermica. Seziona i dettagli (l'occhio), mette in evidenza gli oggetti come metafore (il coccodrillo giocattoli) cita Pasolini (il deserto di Teorema) e le influenze pittoriche (da L'incubo di Fussli al Cristo morto del Mantegna).

In questo secondo capitolo di una trilogia che rappresenta il Purgatorio (l'Inferno si vedrà nel prossimo Doll Syndrome) la materia è smontata e ricomposta con dei simbolismi però eccessivi e con l'uso della musica ai limiti dell'invadenza che forse vorrebbero portare in una dimensione parallela come nelle immagini nel bosco. Il disfacimento del corpo e il tentativo di filmare la memoria e il desiderio restano però solo a livello progettuale. Gli effetti del krokodil restano più a livello cognitivo che sensoriale. E soprattutto, si stempera la tensione in un horror che forse stavolta è sovraccarico.

 

Regia: Domiziano Cristopharo

Interpreti: Brock Madson, Valerio Cassa, Simone Destrero, Viktor Karam

Distribuzione: Distribuzione Indipendente

Durata: 82'

Origine: Italia/Usa 2013

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