RENDEZ-VOUS Dans la maison – Nella casa, di Francois Ozon

 

Al Festival Rendez-vous il tentativo d'interrogarsi sulle contraddizioni dell'individuo, sulla società e, dunque, sull'id-entità del fautore di paradisi artificiali. File rouge che unisce tutte le scelte cinematografiche espresse nella programmazione. In questo solco si colloca Ozon con Dans la maison. Il regista 'demone del passaggio' tra i generi, traduce il linguaggio estetico di altri, reinterpreta opere già prodotte, con una messa in scena, propria. La sua maison è il posto della mente in cui si attiva l'immaginazione.

 

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"Quando un uomo si accorge di avere due vite, una astratta in cui sta la sua mente e una concreta, in cui sta pure la sua mente, o finisce come un pazzo che per paura, nasconde una delle due vite, recitando l'altra, o come l'artista che non ha paura e le rischia tutte e due'" (Michelangelo Pistoletto). L'arte nel rischio della vita. L'unicità del grande gioco del doppio, secondo M.P.

Al Festival Rendez-vous, dal fautore flessibile di opere, Pierre Coulibeuftra i film/labirinto presentati il lungometraggio L'homme noir ispirato all'opera di M. Pistoletto (dissimulatore enigmatico per eccelenza), a Francois Ozon macchinatore della realtà con l'uso di diversi generi cinematografici, da Laurent Cantet descrittore verista del reale, a Leos Carax meta-cineasta che s'interroga sull'essere artista e, dunque uomo, nel caos contemporaneo.

La partita a scacchi tra essere e non essere, vuoto e pieno, razionale ed irrazionale, realtà e finzione. A livello, più intimo, il tentativo d'interrogarsi sulle contraddizioni dell'individuo, sulla società e, dunque, sull'id-entità del fautore di paradisi artificiali, anche amari, quale è l'artista.

Questo, il file rouge che unisce tutte le scelte cinematografiche espresse al Rendez-vous sul nuovo cinema francese.

Ozon trionfatore all'ultimo Festival di San Sebastiàn, si colloca in tale solco, con il lavoro Dans la maison.

Il Film è dedicato all'Arte. Mostra dubbi e perplessità sulla consistenza della sua materia.

E' la realtà che si fa finzione nell'atto filmico/opera o è la finzione che diviene realtà al cinema/appesa ad una parete/scritta ed, oltre?

Qual è il limite tra i due piani, se c'è.

La creazione è processo che parte dal reale. Ozon, come Coulibeuf, 'demone del passaggio' tra i generi, traduce il linguaggio estetico di altri e reinterpreta opere già prodotte, con una messa in scena, propria.

La 'Fiction experimentale'- definizione con cui P. C. si riferisce al suo 'cinema'- per cui la propria creazione secerne in una fiction, la relazione dell'artista con un'opera esistente, si adatta perfettamente anche ad Ozon che allo stesso modo si rapporta con la narrativa ed il teatro, da cui abbondantemente si dipanano le sue opere.

Da una pièce teatrale adattata liberamente sortisce anche Dans la maison.

Del drammaturgo spagnolo Juan Moyorga, 'el chico de la ultima fila', si fa nello spazio filmico, Claude (Ernst Umhauer).

'Timido' sedicenne, seduto nell'ultima fila di una classe, appunto, con l'obbiettivo d'osservare gli altri.

Alter ego di Ozon. Di fronte gli occhi di Claude scorrono le vite degli altri nella casa borghese (abitazione del compagno di classe Rapha, Bastien Ughetto) che ha scelto come materiale narrativo. Crea dal disfacimento analitico di una percezione ed al contempo manipola il vivere di quell'ambiente-materiale. Fino a che punto?

Quanto c'è di Claude in ciò che scrive e quanto c'è di Ozon in ciò che 'ruba' agli altri?

La maison, posto della mente in cui si attiva l'immaginazione.

Il professor Germain (Fabrice Luchini), marito di Jeanne (Kristin Scott Thomas), che segue Claude cercando di farne uno scrittore, con la sua cultura canonica (i libri da leggere tra cui Madame Bovary), rappresenta i gusti classici del lettore o le direzioni di mercato imposte dall'editore/produttore, la madre del compagno di classe, Esther (Emmanuelle Seigner) la capacità di abbandonarsi alla bellezza della scrittura pur non capendone il senso.

Ci piace non ci piace…non importa. Ciò che conta è la creazione come atto dall'uomo.

Procede l'artista facendo passi di fianco, perchè il prodotto è una liberazione non una costruzione che lo vuole rappresentare. Ed in questo cammino, la corsa tra gl'individui si fa parallela '…non ci sono più bravi e meno bravi, perchè ognuno è quello che è e fa quello che fa, nessuno ha bisogno di fingere di mostrarsi migliore e diventa facilissimo comunicare senza strutture di linguaggio; perchè è facile capire di ognuno com'è. Per comunicare e per capire si può finalmente sviluppare il cammino della percezione nelle sue intere possibilità'.(M.P.)

Attivare il meccanismo della percezione, perchè 'questa è la storia di una società che precipita e che mentre sta precipitando si ripete, per farsi coraggio, fino a qui tutto bene….il problema non è la caduta ma l'atterraggio' (l'Odio, di Mathieu Kassovitz)

Ozon pare fare il verso al Lavant di Carax che in Holy Motors afferma: 'pour la beauté du geste' o ancora al film di Coulibeuf les guerriers de la beauté (2003). Evitare il dolore finale con la bellezza del gesto dell'Arte. Può bastare questo a salvarci…

 

(continua)

 

Titolo originale: Dans la maison

Regia: Francois Ozon

Interpreti: Ernst Umhauer, Fabrice Luchini, Bastien Ughetto, Kristin Scott Thomas, Emmanuelle Seigner, Denis Menochet

Origine: Francia, 2012

Distribuzione: BIM

Durata: 105'

 

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