RENDEZ-VOUS – “Du vent dans mes mollets”, di Carine Tardieu
Carine Tardieu torna ai colorati anni '80 con una commedia ironica, drammatica ed esplosiva che affronta tematiche serie con uno humour e una leggerezza filtrati dallo sguardo ingenuo delle giovani protagoniste. Una storia corale e generazionale che rievoca certi favolosi mondi (perduti) dell'immaginazione
Ironico, drammatico, esplosivo. Una ventata d’aria fresca in un cinema francese giovane ma consapevole delle sue capacità espressive. Il film di Carine Tardieu, ispirato al romanzo omonimo di Raphaële Moussafir, è questo e molto altro. Crescere, si sa, è una tappa obbligata nella vita di ogni bambino: prima o poi arriva quel momento in cui perdiamo la nostra innocenza e iniziamo a fare a botte con la realtà. Rachel è una bambina introversa come tante, soffocata da genitori oppressivi che preferirebbe veder sepolti sotto terra. Le regalano moduli per le donazioni in Africa, la costringono a mangiare cibo sano e biologico e le proibiscono di iscriversi al club delle amiche di barbie, “perché sono bambole volgari fatte in Cina da orfani vittime della globalizzazione”. Condivide la stanza con sua nonna, che sembra essere in punto di morte, e nel tempo libero vede Madame Trebla (Isabella Rossellini), una psichiatra bizzarra. Le cose cambiano quando il primo giorno di scuola incontra Valérie, una ragazzina intrepida e vivace. Tra le due nasce un legame profondo che sconvolge tutti gli equilibri.
Tante le tematiche che la storia affronta – la morte, l’infedeltà coniugale, l’Olocausto – con uno humour e una leggerezza filtrati dallo sguardo ingenuo, perché privo di mediazioni, delle giovani protagoniste. Anche le questioni che a volte possono essere considerate tabù sono inquadrate in una prospettiva divertente e divertita senza mai cadere in una satira di facile successo o in una farsa di cattivo gusto. Rachel è una sorta di Amelie in miniatura che libera la sua immaginazione in visioni assurde e cariche di potenziale comico, come quando conosce il fratello maggiore di Valérie e se innamora perdutamente (lasciamo allo spettatore indovinare la canzone che fa da cornice alla scena).
Diversi piani di racconto si intrecciano in una rappresentazione corale e generazionale. Carine Tardieu mette insieme sotto lo stesso tetto nonna, madre e figlia, ognuna delle quali aiuta l’altra a crescere e a (ri)scoprire emozioni e sentimenti assopiti da tempo. Du vent dans mes mollets è una commedia del risveglio che mostra la gioia dell’infanzia, il legame tra due persone che hanno dimenticato cosa significa amarsi, la tristezza di una vecchiaia trascorsa in solitudine.