Rendez-Vous – RISORSE UMANE, di Laurent Cantet
Una decina d’anni prima di incantare il festival di Cannes – dove vinse la palma d’oro – e mezzo mondo con La classe, Laurent Cantet scelse di entrare in fabbrica per girare il suo primo lungometraggio. Lontano dallo star system e ben coadiuvato da attori non professionisti
Risorse umane è il récit, in cadenze di cinéma-verité, di una giovane mente che prende coscienza di sé e del proprio microcosmo. Conflitti di classe, prevaricazioni e (speranza di) riscatto allontanano Frank dalla prospettiva di una solida professione, nella stessa azienda che ha accolto intere generazioni della sua famiglia, minacciata come altre dallo spettro del licenziamento. E lui, neolaureato figlio di operaio e pronto alla carriera manageriale, sceglierà invece di scendere in strada proprio accanto alle frange sindacali che tanto erano ostili, a lui ad alla sua immagine di servitore del potere, sullo sfondo delle lotte per le 35 ore settimanali.
Cantet fa cinema sociale, còlto attraverso il realismo scabro di una cinepresa simil-documentaristica, e lo fa peccando d’ingenuità. Certo è apprezzabile la sua volontà di puntare al cuore della vicenda, evitando orpelli estetici e contenutistici, così come la smitizzazione della figura genitoriale nel momento in cui si mostra eccessivamente incerta nello schierarsi “dalla parte giusta”. Ed è proprio qui il suo maggior difetto: uno sviluppo drammatico fin troppo calcolato, nella sua esibita dialettica servo-padrone, trascura l’urgenza di farsi autentica narrazione di una crescita interiore, virando verso il didattico e il dimostrativo. Ottimi tutti gli attori, non professionisti (con l’eccezione di Jalil Lespert,che aveva debuttato nel
Titolo originale: Ressources Humaines
Regia: Laurent Cantet
Interpreti: Jalil Lespert, Jean-Claude Vallod, Chantal Barré, Michel Begnez
Durata:
Origine: Francia, 1999