Retrospettiva Noiret al Cinema Trevi

Dal 26 al 30 aprile

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Retrospettiva Philippe Noiret al Cinema Trevi, Roma dal 26 al 30 aprile.


Il 26 aprile alle ore 20.45 Francesco Rosi, Mario Monicelli, Giuliano Montaldo, Giuseppe Tornatore ricordano Noiret


 

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Dopo Firenze, Torino, Milano, Parma, Bologna, Pontedera, la retrospettiva di France Cinéma su Philippe Noiret approda a Roma (26 – 30 aprile) e Palermo (1 – 15 maggio). Il catalogo riccamente illustrato dedicato al grande attore recentemente scomparso, è esaurito, ma sta per uscire anche in Italia la sua autobiografia dettata durante la malattia; il libro sta riscuotendo un grande successo in Francia, a riprova della grande popolarità dell'attore di Amici miei, Nuovo Cinema Paradiso, Gli occhiali d'oro, Il postino


A Roma la retrospettiva sarà presentata alla Sala Trevi a cominciare da giovedì 26 aprile: alle ore 20.45 quattro registi italiani che lo hanno avuto come interprete (Francesco Rosi, Mario Monicelli, Giuliano Montaldo, Giuseppe Tornatore) parleranno dell'amico Noiret; seguirà la proiezione di Tre Fratelli; l'incontro è moderato dal Direttore di France Cinéma, Aldo Tassone, e dal Conservatore della Cineteca Nazionale Sergio Toffetti.


 


 


Philippe Noiret, italiano di Francia (di Aldo Tassone)


Cinquant'anni di carriera, centotrenta film: chi è realmente Philippe Noiret, il più riservato, il meno parigino dei grandi attori d'oltralpe? Lo abbiamo chiesto ad alcuni colleghi e registi; le loro appassionanti testimonianze inedite (vedi il catalogo edito da Aida) ci offrono un ritratto davvero inatteso dell'uomo e dell'artista.


«Per un'impegnativa scena con Gassman in La famiglia» ci ricorda Ettore Scola «avevo urgentemente bisogno di un grande attore che rimpiazzasse Trintignant, indisponibile, e pensai subito a Noiret. Avrebbe accettato di fare semplicemente il sostituto? Siccome il diario di lavorazione venne cambiato all'ultimo momento, telefonai a Philippe solo il giorno prima delle riprese; il giorno dopo era a Roma! Non c'è stato bisogno di molte ripetizioni, girammo subito; la sequenza con Gassman era molto lunga, e Philippe per la prima volta doveva recitare in italiano, ma tutto andò liscio. Ho soltanto un rimpianto: aver lavorato un solo giorno con un attore così istintivo, talentuoso, inventivo, e pieno di spirito; un vero Signore».


Istinto, inventiva, umorismo: il giudizio di Scola viene confermato dai colleghi Rosi, Monicelli, Montaldo, Tornatore, Tavernier, Rappeneau. «Attentissimo osservatore, Philippe si è calato senza difficoltà nei panni del giudice meridionale in Tre fratelli» dice Rosi. «Mi impressionano la sua eleganza nel vestire, l'intelligenza e la raffinatezza della sua interpretazione». «Philippe ha un tratto aristocratico inconfondibile, sembra uscire da un castello» conferma il regista de Gli occhiali d'oro.


Tavernier, Monicelli, Resnais, Claude Rich sottolineano un'altra componente della personalità noirettiana: il sense of humour. «Con Philippe ci si diverte davvero un mondo sul set» (Rich). «Nei suoi occhi c'è come una luce scherzosa» (Resnais). «Colpisce quel suo senso così poco francese dell'autoderisione, e al tempo stesso il garbo, la semplicità» osserva Monicelli. «Philippe pronuncia le battute con una spontaneità rara, sembra che non reciti, ha il talento e l'intelligenza di saper arrivare all'essenziale». Questa semplicità ricorda un po' il nostro Marcello Mastroianni, del quale era molto amico, rilevano Tavernier e Tornatore. «Come Marcello, Philippe sa passare con invidiabile finezza e libertà dal dramma alla commedia e viceversa, sa calarsi in qualsiasi ruolo» (Tavernier). «Philippe è un gran signore della scena, mi ha insegnato una virtù rara, la semplicità» (Tornatore).


Complessità. «Dietro l'imponenza della statura, dietro quella sua voce così grave, si nasconde una tenerezza, una fragilità che commuovono lo spettatore» rileva Jean-Pierre Marielle. «Questo dualismo "gemellare" è tipico di molti grandi interpreti», conferma Jean Rochefort, «il segreto di Philippe sta proprio in questa sua "autorità fragile"». Secondo Sabine Azéma «Philippe è molto virile e al tempo stesso tenerissimo; l'ho visto spesso commuoversi fino alle lacrime… È un uomo generosissimo, un attore-monumento che rende il nostro mestiere intelligente».


Riunire insieme l'estroversione di un Falstaff (Amici miei, Colpo di spugna) e il pudore dei personaggi di Cechov (La grande bouffe, Gli occhiali d'oro) è sempre stato il sogno di Noiret; un sogno realizzato, e il cinema italiano è stato il primo a beneficiarne.


 

 

Luca Pallanch
Centro Sperimentale di Cinematografia
Via Tuscolana 1520 – 00173 Roma
Cineteca Nazionale-Cinema Trevi
06/72294389

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