Ricomincio da Taaac, di Belfiore, Bonacina, Fadenti, Mazzarella, Rossi
Rispolvera e aggiorna tutta una serie di sketch che hanno reso popolare il personaggio ma l’assemblaggio è spesso meccanico. Cresce quando il protagonista sfrutta soprattutto il linguaggio del corpo.
Dalla Sardegna a Milano. Dopo Mollo tutto e apro un chiringuito il Milanese Imbruttito torna alla sua vita di sempre, tra il lavoro e la famiglia. Ma stavolta la sua città del protagonista che viene invasa dai dirigenti statunitensi della Silicon Valley che ridefiniscono le strategia della sua azienda dopo che è stata venduta dal suo boss alla multinazionale Blacksun fondata da Frank Black. L’Imbruttuto non perde la fiducia nei cambiamenti e nel futuro lavorativo. Parla in inglese per slogan (“Yes, We Can”), costringe la famiglia a cenare a casa con gli hamburger, si presenta con un look che potrebbe essere uscito da Easy Rider. Mostra di adeguarsi anche ai cambiamenti sul posto di lavoro: open space, smart working, inclusività, green attitude. Sono tutti valori in cui non crede ma sta al gioco. Ma di colpo arriva la doccia fredda. Invece di ottenere il post di nuovo CEO, viene fatto fuori dall’imprenditore Brusini e dal figlio, il Nano, che ormai gestisce tre SpA. Vengono invece promossi Giargiana, lo Statale e l’Imbruttita. Lasciato anche dalla moglie, deve ripartire da zero. Completamente al verde, trova ospitalità a casa di Martin, un rider che aveva offeso con battute razziste chiamandolo “Calimero”.
Inizia con l’Imbruttito in fuga in bici inseguito dagli altri rider. Poi parte un lungo flashback che mostra come il protagonista si è ritrovato in quella situazione. Per chi già conosce il personaggio interpretato da Germano Lanzoni (che sul web ha oggi 2 milioni di follower su Facebook, più di 750mila su Instagram, più di 520mila sul canale ufficiale YouTube e 240mila su TikTok), Ricomincio da Taaac rispolvera e aggiorna tutta una serie di sketch che hanno reso popolare il personaggio. Non c’è niente di nuovo, però nella breve durata gli sketch restano divertenti, anche grazie alla mano del collettivo di Il Terzo Segreto di Satira che mette a nudo la scorrettezza del protagonista (le 50 euro riprese a Martin, battute come “Sono in contato con la mia parte femminile…parcheggio a cazzo”). L’Imbruttito può essere la reincarnazione di un pesonaggio vanziniano, un Guido Nicheli senza però la Milano da bere degli anni ’80, che nelle scene sul lavoro e in famiglia interagisce con i colleghi e la moglie e il figlio (il Nano) riprendendo situazioni dal web. Nel film il loro assemblaggio non sempre riesce a trovare il giusto equilibrio, anche perché il protagonista rischia spesso di prevalare sugli altri personaggi che hanno ormai dei caratteri definiti e per questo non sono sorprendenti. Lascia più il segno la singola battuta. Lo scenario cambia quando l’Imbruttito si ritrova sul lastrico. Si passa dalla battuta verbale al linguaggio del corpo. Diventa così rider, dog-sitter, pasticciere, addetto alle pulizie. Cambia anche lo scenario. Si passa dalla Milano dei grattacieli a quella della periferia. Lanzoni è un po’ come Nichetti di Ratataplan. Potrebbe anche non parlare più. Corre, cerca di mantenere un faticoso equilibrio e, nella crisi, guarda con fiducia alla vita. E trova anche la giusta ironia sulla corsa al successo e le manifestazioni ambientaliste. Tra le apparizioni, risulta particolarmente divertente quella di Francesco Mandelli nei panni del boss della Blacksun. Più forzate quelle di Claudio Bisio e Paolo Calabresi.
Regia: Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella, Davide Rossi
Interpreti: Germano Lanzoni, Brenda Lodigiani, Maurizio Bousso, Valerio Airò Rochelmeyer, Laura Locatelli, Leonardo Uslengo, Renato Avallone, Martina Sammarco, Tommy Kuti, Tiberio Cosmin, Paolo Calabresi, Francesco Mandelli, Raul Cremona, Claudio Bisio
Distribuzione: Medusa Film
Durata: 100′
Origine: Italia, 2024