Ricordando Moana

Sono passati 10 anni dalla scomparsa di Moana Pozzi, durante i quali la pornostar più famosa d'Italia è entrata nell'immaginario collettivo italiano, in una maniera che ha fortemente evidenziato le differenze con quella folta schiera di colleghe che imperversano nell'universo del cinema hard e non solo.

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Sembrava che il nome Moana fosse stato scelto ad hoc per spianarsi la strada, il nome d'arte di una pornostar, che alludeva al suo lavoro (to moan in inglese significa gemere), invece era semplicemente il nome scelto dai genitori, peraltro cattolicissimi, che in polinesiano vuol dire laddove il mare è più profondo.

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Nasce a Genova nel 1961 e frequenta il Liceo Scientifico dalle suore Marie Pie e Scolopie, proseguendo poi in Conservatorio, dove studia chitarra classica per sei anni.


Con la maggiore età, decide di fuggire da quella realtà così opprimente, in cerca di trasgressione, che troverà dirigendosi a Roma, dove partecipa a concorsi di bellezza e comincia a posare nuda per vari fotografi e pittori, pronta così per frequentare gli ambienti del cinema.


Con la distribuzione del materiale erotico, avviene la vera rottura con la famiglia che, di fatto, durerà un anno ma, nella sostanza, non si rimarginerà mai del tutto. Anche se le scelte di Moana non saranno mai ben accette, il padre e la madre staranno sempre vicini alla figlia in ogni tipo di aiuto sia morale che materiale.


Intanto le apparizioni di Moana Pozzi cominciano a trovare spazio anche in TV, così nel 1981 debutta alla RAI, con la trasmissione Tip Tap 2, quasi contemporaneamente, compare in Borotalco di Verdone e, subito dopo in Ginger e Fred di Fellini.


Nel frattempo, arriva la consacrazione nell'ambiente pornografico, ad opera di Riccardo Schicchi, pigmalione di varie dive del settore, che la dirige e le procura i migliori successi: tra cui Banane al cioccolato (1986), Cucciolina e Moana ai mondiali (1990, Diretto da Jim Reynolds), Fantastica Moana (1987), Moana la scandalosa (1988), Moana, labella di giorno (1987).


Nel 1987, torna alla RAI ad affiancare Fabio Fazio per la conduzione di Jeans 2, ma la Federcasalinghe la costringe al ritiro. Ci riprova con Antonio Ricci, nei programmi Matrjoska, che viene sospeso, perché vengono messe in onda delle puntate con Moana senza veli; ma Ricci riprova con Araba Fenice, dove la Pozzi compare come valletta nuda e finisce per diventare oggetto di dibattiti e critiche da parte di intellettuali ed editorialisti che apparivano quasi come i "salvatori" della pornodiva, bella, intelligente e non volgare.


Nel 1991, nasce uno scandalo, quando Moana Pozzi pubblica un libro a sue spese, dopo svariate difficoltà nel trovare un editore. Così Filosofia di Moana, mette insieme, non solo, una carrellata di pensieri e gusti, ma soprattutto un elenco di uomini famosi, da politici ad attori, con i quali avrebbe avuto una relazione, con tanto di pagella, per ognuno, sulle loro prestazioni sessuali. Sposerà poi il suo ex autista Antonio Di Cesco.


Sempre nello stesso anno Moana Pozzi ideerà, con Mario Verger un cartone animato Moanaland che viene presentato al Palazzo delle Esposizioni, dove miete consensi e cattura l'attenzione di Enrico Ghezzi che lo presenta a Blob e Fuori Orario poiché fu l'unico film d'animazione premiato con la Menzione speciale all'International Erotic Film di New York.
Nel 1992, Moana Pozzi scende in politica, con il Partito dell'Amore di Ilona Staller (Cicciolina), sostenuto dall'agenzia di Riccardo Schicchi, ma non riscuote molto successo. Una bazzecola, davanti alla popolarità ormai in netta ascesa, cui Karl Lagerfeld, nel 93,  da un'ulteriore spinta, facendola sfilare sulle passerelle di moda a Milano.

E' celebrazione pura, quando Sabina Guzzanti le fa un'esilarante imitazione nel programma televisivo Avanzi. All'età di 33 anni, a causa di un tumore al fegato, Moana Pozzi muore, lasciando, dietro di se, una lunga serie di polemiche, la prima delle quali dall'editore Fantauzzi, legate alla possibilità che la morte fu inscenata, per potersi ritirare a vita privata, ormai stanca dello spettacolo. Ma tra tutte le ipotesi, la realtà più vera e triste, che si ripete nella biografia di ogni star è che, dopo la scomparsa, l'eredità miliardaria che Moana ha lasciato, ha provocato una battaglia legale tra il marito e i genitori.


Sono passati 10 anni dalla scomparsa di Moana Pozzi, durante i quali la pornostar più famosa d'Italia è entrata nell'immaginario collettivo italiano, in una maniera che ha fortemente evidenziato le differenze con quella folta schiera di colleghe che imperversano nell'universo del cinema hard e non solo.


Moana rappresentava e, credo rappresenti ancora, la "nota intonata" nel mondo della pornografia, con quell'aria sempre molto convincente che stupiva l'Italia benpensante, nota per lasciarsi imbarazzare facilmente da chi lavorava in un settore così sfacciatamente "disinibito"!


Credo, infatti, che la sensazione comune possa definirsi di interesse e piacere, perché se si trattasse invece di imbarazzo, sarebbe ben diverso dal mero pudore o dal sentimento della gente davanti ad una pornodiva, che quasi si materializza in sottile compassione, per una persona che conduce una vita così deprecabile, non per scelta, ma per necessità.


Lei trasmetteva qualcosa di più: la scelta! Avere intrapreso quel mestiere con passione; una passione che disarmava l'interlocutore prevenuto e un po' bigotto. Il potere di quell'ammiccare le dava forza e credibilità!


Non la riterrei un simbolo del nuovo femminismo, come molti, l'hanno definita, senza prima dover ricorrere ad un chiarimento sul significato di "nuovo femminismo", ma è senza dubbio alcuno, la Donna che può far cadere un uomo nella sua rete, influenzando, con uno sguardo a dir poco magnetico, chiunque le ronzasse intorno.


"Per me le donne oggetto sono le casalinghe" e "Nuda mi sono sempre sentita invincibile", sono due delle celebri frasi, tra le tante, di Moana Pozzi che esaltavano il gusto per quello che faceva e la disubbidienza verso le regole che la società dettava.


Il 17 settembre, giorno in cui 10 anni fa si è saputo della morte di Moana Pozzi, è andato in scena uno spettacolo, al teatro Colosseo di Roma, dal titolo "Moana, il punto dove il mare è più profondo", per la regia di Emiliano Raya, interpretato da Letizia Lezza, un' ex del Grande Fratello.


Inoltre c'è in giro un libro di Marco Giusti, Moana, che cerca di scoprire in che modo oggi la pornodiva arrivi al pubblico: se come simbolo, come mezzo, di cosa poi? Dalla trasgressione, all'amore, dalla bellezza, al porno qualunque sia la conclusione di Giusti, Moana Pozzi rimane "la" Pornodiva, intelligente e soprattutto determinata a vincere!


Nonostante le scelte professionali discutibili, Moana Pozzi, dopo la morte prematura, lascia di se un'immagine dignitosa, di una donna intelligente, con un sorriso dolce, di una donna preparata, affabile ed estremamente coerente. E' per questo che rimane un ricordo saldo, soprattutto, anche dagli addetti ai lavori, visto che poi, come pornodiva, pare non fosse la migliore, ma aveva quella marcia in più che la faceva emergere, nella moltitudine di mute nudità che vivono e lavorano nel mondo dell' hard-core!


 


 


Associazione Moana Pozzi: www.moanamoana.it

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