"Rise – La setta delle tenebre", di Sebastian Gutierrez

Sebastian Gutierrez – già sceneggiatore di Snakes on a Plane – scrive e dirige questo horror che sembra un pilota di una serie televisiva: gli punti sono solo accennati, come se dovessero essere sviluppati in un secondo momento e ripresi lungo una strada solo ipotizzata. Un devertissement che punta tutto sull’effetto, tagliando fuori le possibilità del dramma del rape and revenge, a cui pure non rinuncia ad alludere.

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Più di ogni altra cosa, La setta delle tenebre sembra un pilota più o meno riuscito di una serie televisiva: la vicinanza con il piccolo schermo c’è soprattutto nel modo in cui la protagonista si trova al centro di più situazioni e diversi stati d’animo, in una progressione di eventi che avrebbero meritato una dilatazione più consistente, per essere veramente coinvolgenti. Condensato però nella durata di un lungometraggio, quello che poteva essere lo sviluppo di un telefilm, una maturazione della protagonista del suo status di vampira e della sua missione, una contaminazione tra Buffy e Alias, perde lungo la strada tutti i suoi motivi di fascino, costretto com’è a lanciare spunti e a non poterli mai raccogliere pienamente prima dei titoli di coda. L’accostamento sembra ancora più singolare scorrendo il nome di John Toll come direttore della fotografia, e considerando il pregevole lavoro del due volte premio Oscar anche in un film minore come il recente Seraphim Falls. Eppure, anche se il suo gioco continuo di luci fredde e ambientazioni oscure sembra uno degli aspetti più riusciti del film, non si può non notare come la scrittura di Sebastian Gutierrez – lo sceneggiatore di Snakes on a Plane e qui anche regista – sembri affrettare eccessivamente i tempi, accelerando il montaggio in un esasperante tentativo di eliminare le pause con jump-cuts che riducono all’osso persino le sequenze di raccordo e i dialoghi, e toccando solo in superficialità le corde dell’attenzione, preferendo divagare su situazioni-tipo, percorrendo tutto lo spettro dei clichè dell’horror.
Proprio questa eccessiva fretta di realizzare l’epilogo delle situazioni, a renderle scontate: come se tutto La setta delle tenebre fosse un esercizio sugli strumenti a disposizione dell’horror, un esercizio fatto di antri oscuri, banchetti di sangue, battute ad effetto ed apparizioni improvvise che si riducono in una visione molto prevedibile. C’è certamente una dose compiaciuta di divertimento e di disimpegno (c’è pur sempre il patrocinio di Sam Raimi), nel mettere tanta carne al fuoco solo per vedere l’effetto finale (per altro, nemmeno troppo sanguinolento), ma tutto è a scapito del pathos. Lucy Liu finisce per passare attraverso il film senza aver mai nemmeno sfiorato il dramma di una donna diventata vampiro – e quindi costretta ad uccidere anche suo malgrado, per il solo fatto di dover sopravvivere – e determinata a compiere fino in fondo l’iter del “rape and revenge”.

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Titolo originale: Rise: Blood Hunter

Regia: Sebastian Gutierrez

Interpreti: Lucy Liu, Michael Chiklis, Carla Gugino, James D'arcy, Samaire Armstrong, Paul Cassell, Robert Forster, Zach Gilford, Margo Harshman
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 94’

Origine: USA/Nuova Zelanda, 2006

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