Rita Marcotulli omaggia Truffaut

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rita marcotulliLa collana dell’Espresso “Jazz italiano live 2009” ci restituisce, rielaborato e maturato nel tempo – anche attraverso numerosissimi live – e aggiornato per l’occasione con nuove collaborazioni artistiche, il tributo a Truffaut che nel 1998 consacrò definitivamente il talento compositivo di Rita Marcotulli. “The Woman Next Door”, pubblicato all’epoca dall’ormai scomparsa Label Bleu e osannato dalla stampa internazionale è infatti oggi introvabile.
Quello di Rita Marcotulli è un Truffaut intimo, profondamente assorbito e tradotto in musica. Non vuole essere una colonna sonora alternativa a quella già esistente nei film del maestro francese, ma l’esposizione di tutto l’universo poetico che Truffaut attraverso le sue immagini, i suoi personaggi, i suoi temi ricorrenti in alternanza di peso e leggerezza ha depositato nell’animo di Rita traducendosi in esigenza espressiva. Un amore lontano, coltivato negli anni e riproposto oggi con una nuova veste e un organico rinnovato.
Undici tracce che attraversano la filmografia di Truffaut, tra citazioni dirette e indirette, rese anche con l’intervento delle voci recitanti di Gianni Iacobacci e Rocco Papaleo, percorsi trasversali per temi e l’intervento di ospiti speciali.

Da “Le cinéma est le cinéma”, scaturito da Effetto Notte ai brani immersi nel tema della natura e della conoscenza dedicati a Il ragazzo selvaggio, dal mondo tormentato dell’adolescenza de I 400 colpi al mondo leggero dei bambini de Gli anni in tasca, con la voce di Aldo Romano su “Les enfants s’ennuient la dimanche” e che in “Hoping” vede a sorpresa l’intervento di Raiss. E ancora i personaggi ricorrenti come Antoine Doinel, vero e proprio alter ego di Truffaut, tradotto in musica da Rita Marcotulli attraverso una trasposizione ritmica del suo nome in alfabeto morse, e l’attualità di Fahrenheit 451, nel tema della memoria che non può essere cancellata da nessun rogo. Naturalmente non poteva mancare l’amore, l’amore intrecciato di tradimenti o forse che di per sé è un tradimento. Con “Que Reste-t-il” di Charles Trenet, tratto da “Baci rubati” cantato mirabilmente da Noa il disco chiude, sfumando con ironia su una citazione di Incontri ravvicinati del terzo tipo. (c.v.)

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