RoFF19 – La casa degli sguardi: incontro con Luca Zingaretti e il cast

Luca Zingaretti, assieme al suo protagonista Gianmarco Franchini, spiega al pubblico come la sua carriera di attore e i temi del film, a lui cari, lo abbiano spinto a voler esordire dietro la mdp

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Luca Zingaretti esordisce alla regia cinematografica con il suo primo lungometraggio di finzione: La casa degli sguardi. Alla 19ª edizione della Festa del Cinema di Roma, dove il film è stato selezionato nella categoria Grand Public, Zingaretti si è concesso al pubblico assieme al suo co-protagonista Gianmarco Franchini.

Subito, a Zingaretti, attore famoso per il ruolo televisivo del commissario Salvo Montalbano, viene chiesto cosa l’abbia spinto a scegliere di dirigere La casa degli sguardi, oltre a interpretarlo. Zingaretti, a questa domanda, risponde con calma, riflettendo sulla sua carriera d’attore e come questa lo abbia influenzato: “Diciamo che io non ho mai deciso di voler fare una regia. Diciamo che è un desiderio che mi è nato ormai parecchi anni fa perché la mia storia nasce come attore teatrale. Lì chi racconta la storia, e soprattutto chi decide dove fare una pausa che dà rilievo a una parola o a un concetto piuttosto che a un altro, chi sottolinea la cosa, è l’attore. Al cinema un po’ meno e questa cosa qua mi è sempre un po’ mancata. Poi negli anni, frequentando tanto proprio i set, ho visto che avevo cominciato a vedere le cose in maniera un po’ diversa, anche grazie a tanti registi che mi chiedevano la collaborazione.”

La casa degli sguardi per il suo regista è un film di inquietudine e di trasformazione, con i temi importanti al suo autore: la rinascita di una persona, la capacità di rialzarsi, di andare verso la luce alla fine del tunnel, di famiglia e di quel dolore che ti consente di crescere. Inoltre, parlando di inquietudine Zingaretti intavola una lunga riflessione sulla gioventù in generale e sulla gioventù di oggi. L’inquietudine è per antonomasia legata al giovane, che deve trovare il sé nel mondo, e i giovani di oggi vivono senza la certezza del domani: “Io immagino che una persona che si deve immaginare il proprio futuro se non atterrito è spaventato. E quindi credo, come diceva qualcuno di molto più intelligente e autorevole di me, che questa è la prima generazione che non pensa che il suo futuro sarà migliore di quello che hanno vissuto i loro padri. E questo credo che generi un’inquietudine straordinaria, mostruosa.”

Franchini, parlando del suo personaggio, spiega come ne sia rimasto affascinato mentre lo scopriva, ma anche come il fascino sia diventata paura nel momento della conferma di aver ottenuto il ruolo: “L’incontro con il personaggio è stato bellissimo perché ricordo che quando era arrivato il provino, era arrivata la descrizione del personaggio. Già da quelle venti righe mi ero appassionato al personaggio. Poi ho letto il libro, e la passione verso questo personaggio è aumentata. Poi ho scoperto di essere io il ragazzo che interpretava il personaggio e lì oltre alla passione si è insinuata in me anche una paura, un’inquietudine. Perché nel leggerlo ero distaccato, non avendo quel legame che mi portava a dire Ok, queste cose devo viverle io, poi quando mi è stato detto Ok, devi viverle tu, era particolare. Avevo paura.”

A conclusione dell’incontro, Zingaretti descrive la sua prima volta come regista che deve creare il suo cast. Grande giovamento l’ha percepito dalla sua esperienza di attore, sapendo cosa cercare e come ottenerlo sia ai casting sia sul set, anche perché aveva le idee molto chiare. Per la scelta degli attori, inoltre, ha voluto condividere un aneddoto con il pubblico: “Io comincio a fare i provini e chiedo alla casting Guarda fatti mandare… non delle scene, ma mandagli delle persone che raccontano una barzelletta, una storia, chi sono, che cosa amano, che cosa gli piace. Quando arrivano questi reel, cominciamo dal protagonista perché poi dal protagonista discende tutta una serie di scelte che tu farai. Io vedo lui, il primo giorno, e poi vado dalla mia casting director e dico Guarda, prendilo, è lui. Per me lui era uno sconosciuto.” Con orgoglio, Zingaretti afferma di aver scelto tutto il suo cast così, trovandoli nei primi giorni di audizioni.

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