RoFF19 – Nasty: incontro con i registi Tudor Giurgiu e Cristian Pascariu
I registi Tudor Giurgiu e Cristian Pascariu raccontano della produzione del documentario e della figura pop del tennista Ilie Năstase, una delle più grandi rockstar del panorama atletico rumeno

Alla 19ª edizione della Festa del Cinema di Roma, i registi Tudor Giurgiu e Cristian Pascariu hanno presenziato alla conferenza stampa del loro Nasty, un documentario sul celebre tennista rumeno Ilie Năstase.
Come spiegano entrambi, l’idea del documentario è nata per due motivi: la passione per lo sport e il fascino delle figure di quei tempi, quando negli anni Settanta Năstase era considerato al pari di una rockstar. In particolare Giurgiu, appassionato di tennis, ha affermato che a guidarlo è stata proprio la volontà di raccontare le più grandi figure del tennis dell’epoca: “Mi dicevo come sarebbe stato possibile tornare sul passato, su personalità con un impatto così forte. E io credo che lui, ma anche al di là dello sport, sia una figura pop. E quando mi sono reso conto che non c’era un documentario su Ilie, che ancora nessuno lo aveva mai fatto, mi sono detto No, lo dobbiamo fare.”
Il lavoro di ricerca delle informazioni e degli aneddoti, iniziato con le interviste a Năstase e ai suoi colleghi e concluso con i materiali d’archivio, è stato immenso. Le interviste, gli articoli di giornale, il materiale delle emittenti televisive di diverse nazioni. Pascariu spiega come per lui il punto più interessante della produzione fosse la comparazione del materiale televisivo nei vari Stati perché Năstase si comportava in modo diverso rispetto a dove si trovava: “Ho cominciato a ricercare gli archivi televisivi di diverse emittenti francesi, svizzere, e anche quella rumena. Ci siamo resi conto che era un personaggio diverso nella Romania Comunista perché lì (Năstase) aveva toni molto quieti, ma poi dopo se vedevi i materiali d’archivio statunitensi era un vulcano. Ma i rumeni non vedevano quelle esplosioni. Sapevamo che faceva certe cose, ma non le vedevamo. Non ci venivano mostrate.”
I due registi hanno infine voluto sottolineare quanto Ilie Năstase sia stato collaborativo con loro: pur non riuscendo ad analizzare il proprio passato, il tennista è stato sempre disponibile a parlare e citare tutti i suoi aneddoti. Inoltre, come soggetto di un documentario si è dimostrato per loro il più facile con cui lavorare: infatti, non aveva posto condizioni o limiti. Un aneddoto condiviso al pubblico mostra il lato più umano della rockstar del tennis: durante una proiezione a porte chiuse del girato fino a quel punto, Năstase è scoppiato in lacrime dopo aver visto la moglie commuoversi davanti al film. Come racconta Giurgiu, “a quella proiezione (Năstase) piangeva e sua moglie, la sua quinta moglie, era in lacrime. Tutti noi che ci stavamo lavorando, ci siamo detti Forse adesso ha capito chi è Ilie. Perché non tutti conoscono oggi come oggi in Romania il suo passato. Un momento veramente sincero. Sono davvero arrabbiato con me stesso perché non abbiamo nessuna ripresa di quel momento.”