Roger Waters: Us + Them, di Sean Evans e Roger Waters
Oltre due ore di musica e non solo per questo film concerto in perfetto “stile Waters” e quindi concettuale, scenografico e apertamente politico. In sala da oggi dopo la presentazione a #Venezia76
Può un film concerto essere anche un’esperienza sociale, un pamphlet politico e una realtà distopica? Probabilmente sì se di mezzo c’è Roger Waters, che tra un tour e l’altro sembra sempre più interessato al formato audiovisivo e alla distribuzione in sala. Così a pochi anni di distanza da The Wall Live, ecco un nuovo film sul tour che l’ex bassista dei Pink Floyd ha intrapreso in giro per il mondo tra il marzo del 2017 e dicembre 2018. Anche stavolta a dirigere c’è lo stesso Sean Evans del film precedente. Se Roger Waters: The Wall (2014) era un vero e proprio viaggio compiuto da Waters nella sua memoria e nel rapporto con la figura paterna, Roger Waters: Us + Them vuole esplicitamente aprirsi all’altro, abbandonando l’intimità del precedente progetto per tracciare un percorso più universale e condiviso. Lo spettacolo cerca di aprire una comunicazione diretta tra diverse classi sociali, culture e mondi.
Si inizia con Breathe – la prima traccia di The Dark Side of the Moon – si prosegue con il classico strumentale One of These Days e poi con Time, e avanti con brani sparsi tra l’ultimo album di Waters Is this the life we really want? e le irrinunciabili The Great Gig in the Sky e Wish you Were Here. Fino ad arrivare a una formidabile seconda sezione rappresentata dalla riproduzione integrale o quasi di Animals (anno 1977), autentico climax poetico e concettuale di Us + Them. Qui Waters ingaggia un vero e proprio duello pubblico/privato con Donald Trump, donando all’esibizione contorni apocalittici alla Terry Gilliam.
“Trump è un maiale” viene scritto a chiare lettere sugli schermi. Poi a un certo punto a caratteri cubitali compare la parola “Resist”. Combattere e resistere. Waters non racconta più soltanto l’alienazione del mondo occidentale, come faceva negli anni ’70 con i concept album realizzati insieme ai Pink Floyd. Stavolta si tratta di salvare il mondo dalle destre che emergono e dalle politiche neocapitaliste che danneggiano le popolazioni del Terzo mondo e le risorse del pianeta. Insomma a 76 anni Roger Waters sembra aver deciso di diventare una sorta di supereroe. La cosa incredibile è che la musica riesce ancora ad accompagnarlo con una naturalezza quasi ineluttabile in questo tanto narcisistico quanto poderoso e arrabbiato percorso etico. Suona il basso e agita i pugni come fosse a un comizio. E i suoi testi e gli accordi musicali a volte sembrano la colonna sonora di una performance che travalica l’esibizione musicale per farsi rappresentazione totemica, simbolica e, ovviamente, brandizzata.
Titolo originale: id.
Regia: Sean Evans, Roger Waters
Distribuzione: Nexo Digital
Durata: 135′
Origine: USA, 2019
La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
Il voto al film è a cura di Simone Emiliani