Roma criminale, di Gianluca Petrazzi
Sono tanti i buoni propositi di Gianluca Petrazzi e del suo cast, cresciuti tutti dal più agée fino al giovane Alessandro Borghi, col cinema “da pistola pronta a sparare”, ma purtroppo la sola volontà non basta a mettere insieme i passaggi della sceneggiatura che perdono via via la loro logicità
A Umberto Lenzi, uno dei maestri del poliziottesco all’italiana che ha firmato film come Roma a mano armata, divenuto un cult per gli appassionati del genere, si è ispirato Gianluca Petrazzi con Roma criminale. La storia è quella del giovane Marco Lanzi (Alessandro Borghi), vice questore aggiunto in un commissariato della periferia romana, che vede uscire dal carcere dopo trent’anni Vince Marrazzo detto “er Toretto” (Luca Lionello), detenuto (tra gli altri crimini) per aver commissionato la morte di suo padre, il commissario Lanzi. Appena uscito "er Toretto" incontra “il Colombia” (Corrado Solari) un amico di vecchia data con il quale ha condiviso l’esperienza del carcere. I due si mettono nuovamente in affari per rapinare una delle filiali della BCE così da assicurarsi una “pensione d’oro”. Il vice questore, avventato e mosso dal risentimento, si mette sulle loro tracce accompagnato da Gargiulo (Massimo Vanni) amico di sempre ed ex collega del padre. L’omaggio che Petrazzi fa al cinema di Lenzi, immediatamente evidente nelle consonanze e assonanze di nomi e soprannomi (il commissario Tanzi e Vincenzo Moretto detto “er Gobbo”, interpretato da Tomas Milian nella Roma a mano armata di Lenzi e il commissario Lanzi sulle tracce di Vince Marrazzo detto “er Toretto” nella Roma criminale di Petrazzi), cerca appigli solidi nel degrado della periferia romana, nel giovane ispettore impavido con la faccia da schiaffi, nel delinquente d’onore che mantiene sempre la sua parola e negli scagnozzi ingrugniti che rimpiangono i tempi andati. Sono tanti i buoni propositi di Gianluca Petrazzi e del suo cast, cresciuti tutti, dal più agée fino al giovane Alessandro Borghi (stuntman di se stesso come lo era Franco Gasparri nei panni di Mark il poliziotto) col cinema “da pistola pronta a sparare” , ma purtroppo la sola volontà non basta a mettere insieme i passaggi della sceneggiatura che perdono via via la loro logicità. Dei voli pindarici che non agevolano la visione ma annaspano nell’incompiuto. Il vero spirito di questa Roma immersa nel crimine proviene dalla passione che muove i protagonisti: "Er Toretto" di Luca Lionello che si sente “un morto che cammina, uno che sta su sta tera a forza” possiede tutta quella verve, quell’autoironia e quello sguardo malinconico che mostrano un’identificazione lucida e calzante. Dall’altra parte il giovane Alessandro Borghi difende bene la sua capacità attoriale, senz’altro acerba, incassando dignitosamente i colpi tra sparatorie, inseguimenti e cazziatoni dai piani alti. Si percepisce il sentimento che muove la regia a confrontare i nuovi delinquenti doppiogiochisti con i malavitosi di un’altra generazione, quelli a cui “bastava la parola”, ma nel suo insieme l’opera filmica appare manchevole di quella solida scrittura che ha reso la penna di Dardano Sacchetti assolutamente indelebile. Ed è un peccato. L’atto "eroico" di Gianluca Petrazzi e della sua “banda” nel voler ridare ossigeno a quel genere senza troppe moine ma d’intrattenimento, rimane così sospeso, senza vinti né vincitori.
Regia: Gianluca Petrazzi
Interpreti: Luca Lionello, Alessandro Borghi, Corrado Solari, Massimo Vanni, Simona Cavallari, Simone Corrente
Origine: Italia, 2013
Distribuzione: Explorer Entertainment e Prima Visione
Durata: 90'