#RomaFF11- La tortue rouge. Incontro con il regista Michaël Dudok de Wit

Il regista belga racconta la sua collaborazione con il leggendario Studio Ghibli per il film di animazione già vincitore del Premio Speciale di Un Certain Redard a #Cannes2016

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Michaël Dudok de Wit porta alla Festa del Cinema di Roma il suo primo lungometraggio animato La tortue rouge (La tartaruga rossa), vincitore del premio speciale Un Certain Regard a Cannes 2016.

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Oltre a Wild Bunch e a realtà produttive più piccole, la collaborazione maggiore è stata con il mitico Studio Ghibli. Rimasto piacevolmente colpito dal corto di de Wit Father and Daughter, lo Studio ha deciso di inviargli una lettera affinché lavorassero insieme ad un lungometraggio. “Era un progetto rischioso, non solo perché non avevo mai messo mani ad un lungo, ma anche perché loro non sono abituati a lavorare fianco a fianco di non giapponesi. Ho subito notato una sensibilità in comune per la natura in termini di profondo rispetto. Nel loro caso è certamente collegabile alla religione“. Isao Takahata, fondatore insieme a Miyazaki del colosso nipponico, si è congratulato con il regista dopo la visione dicendogli che l’opera aveva addirittura superato le sue aspettative. “Ciò che mi ha più impressionato dello Studio è stata la loro fiducia. L’hanno riposta all’inizio del progetto e l’hanno mantenuta fino alla fine per quanto ci fossero milioni di euro in ballo“.

La tortue rouge è la storia di un uomo naufragato su un isola. Più volte tenta di prendere il largo a bordo di una zattera, ma una tartaruga glielo impedisce. La tecnica utilizzata per l’animazione è il disegno a mano fatta eccezione proprio per la tartaruga ripresa invece in 3D per rendere la lentezza dei movimenti il più accurata possibile. Michaël Dudok de Wit ha un passato principalmente da animatore tradizionale; in questo caso ha abbandonato foglio e matita disegnando direttamente sullo schermo. Insieme ai suoi collaboratori si è servito di attori in carne e ossa che ispirassero idee di proporzioni, prospettiva, abiti e che li allontanassero il più possibile dagli stereotipi dell’animazione.

L’interesse del regista per la natura e i suoi misteri è più che evidente dopo la visione del film. Il suo protagonista all’inizio è ostile verso l’habitat in cui si trova, ma lentamente capisce che la natura è dentro di lui, che forse è lui stesso la natura, sebbene se ne fosse distanziato quasi irrimediabilmente. “L’idea della tartaruga è stato un momento di estasi. Mi è venuto subito in mente anche il colore che avrebbe avuto. Mi è capitato di vedere lo sforzo incredibile che sostiene quando esce dall’acqua per recarsi in spiaggia a deporre le uova. Ne scrissi proprio una storia quando ero ragazzino. La tartaruga è il mistero, un mistero estendibile alla vita, alla natura, al mondo“.

Michaël Dudok de Wit sente il processo creativo come frutto di intuito, ma ritiene importante che la ragione ad un certo punto faccia il suo corso perché il pubblico ha bisogno di capire da dove sorge lo spunto iniziale. La tortue rouge verrà distribuito in Italia da Bim nel 2017.

 

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