#RomaFF11 – Master class con Paola Cortellesi

Master class con Paola Cortellesi: un passato da performer teatrale, varie espereinze in radio e televisione e l’attuale e probabilmente futura carriera da attrice e sceneggiatrice cinematografica

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La poliedrica Paola Cortellesi è intervenuta alla Festa del Cinema di Roma per ripercorrere la sua carriera e fornire spunti utili a ragazzi intenzionati ad intraprendere un percorso nel mondo dell’arte. “La mia prima formazione è stata teatrale. Frequentavo una scuola basata sul metodo Stanislavskij e nel frattempo facevo molte audizioni. La mia abilità nel canto è stata fruttuosa per ottenere le parti e comunque all’età di ventidue, ventitré anni esperienze del genere ti formano, soprattutto se trovi direttori artistici molto severi“.

Tutti ormai consideriamo la Cortellesi come affermata attrice cinematografica, ma pochi sanno che i primi passi non solo li mosse sul palcoscenico, ma lavorando fianco a fianco di personaggi come Massimiliano Bruno, con cui ha collaborato di recente in Gli ultimi saranno gli ultimi. Avevano allestito una piccola compagnia e si esibivano nei posti più disparati provvedendo loro a tutta l’attrezzatura. “Dovetti lasciare la facoltà di Letteratura, Musica e Spettacolo perché non ero in grado di gestire sia il lavoro che lo studio, però in quei primi anni da outsider ho imparato come si monta una scena, ho capito come ci si arrangia pur di allestire uno spettacolo“. Fu proprio durante un’esibizione a teatro che venne notata ed invitata ad esibirsi nello show televisivo Macao di Gianni Boncompagni portando il scena il personaggio di Mr. Magoo. Fondamentale fu poi la conoscenza con Enrico Vaime, con il quale cominciò una collaborazione radiofonica utilissima per imparare a costruire pezzi comici che fossero suoi.”Dopo queste esperienze, mandai un VHS alla Gialappa’s e venni convocata per un provino a Milano. Inaspettatamente lo vinsi“.

Possiamo dire che il passo verso il mondo del cinema fu obbligato considerata la passione della Cortellesi per la commedia all’italiana. “D’estate alle 15.00 davano Risate all’italiana e io lo guardavo con tutta la mia famiglia. I grandi maestri come Scola e Comencini mi hanno educata a fondo; sapevano raccontare la disgrazia con il sorriso. Ambisco a quel tipo di commedia“.

Sappiamo che l’attrice si è cimentata ormai già cinque volte nel ruolo di sceneggiatrice, che ammette piacerle moltissimo. Scusate se esisto!,37432_ppl penultima scrittura prima di Qualcosa di nuovo di Cristina Comencini, presenta un tema a lei molto caro: la condizione della donna lavoratrice rispetto a quella maschile. In particolare, le interessava mostrare l’argomento in chiave leggera, utilizzando la commedia per trasferire un disagio che lei stessa ha avvertito.”Mi è successo di trovarmi con un team di scrittori maschi e sebbene avessi anch’io collaborato all’opera, quando qualcuno voleva complimentarsi per un elemento presente nello scritto, si rivolgeva soltanto a loro“.

Straordinaria è stata l’esperienza con Carlo Verdone, cui non ha saputo assolutamente resistere. Nel film Sotto una buona stella, il regista romano voleva che entrambi avessero una posizione di spicco, che nessuno fosse la spalla dell’altro. “Facevamo molte prove sul set e tanto di quello che vedete è stato improvvisato lì e poi aggiunto ad una sceneggiatura di per sé già solida“.

Al termine della master class, la Cortellesi confessa il suo amore per il musical anglo-americano, un genere che in Italia solo ora sta prendendo piede. “Mi piacerebbe fare un’esperienza del genere all’estero. In passato ho soprasseduto perché nella maggioranza dei casi i direttori artistici preferiscono un madrelingua, qualcuno del posto e l’italiano finisce per incarnare lo stereotipo. Noi siamo molti più affascinati dallo straniero rispetto a loro“.

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