#RomaFF11 – Todo lo demàs, di Natalia Almada

Presentato nella sezione Voices of the future, Todo lo demàs di Natalia Almada è la storia di un’impiegata schiava della routine lavorativa e della sua lotta per trovare una via di fuga da essa.

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Todo lo demàs è la nuova opera della cineasta messicana Natalia Almada, nota per la sua vittoria al Sundance Film Festival come miglior regista per il documentario El General. Presentato a Roma nella sezione Voices of the future, Todo lo demàs assurge probabilmente a emblema del secolare dibattito tra i sostenitori del film di intrattenimento, o meglio del film che si sveste della routine per ricercare qualcos’altro e chi invece difende a spada tratta la quotidianità come contenitore di un possibile fantastico. Non bisogna necessariamente prendere posizione, ma occorre forse ricercare una chiave.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

La Signora Flor, interpretata dalla candidata all’Oscar Adriana Barraza, è un impiegata. Si occupa di collezionare dati anagrafici e domiciliari di persone, che devono procurarsi documenti di identità o sbrigare pratiche limitrofe. Oltre ad un tigrato europeo che le tiene compagnia in casa, la sua compagna di vita è la burocrazia. Dietro la piccola scrivania è serafica, ligia al sistema, di quanto più lontano ci sia dalla corruzione o dal lassismo.

Adriana Barraza in Todo lo demás

Nel suo piccolo detiene un notevole potere, un potere che dovrebbe riempire di soddisfazione, soprattutto una vita che non trova spazio per molto altro. E’ da quell’altro, da quel resto, come suggerisce il titolo, che la Almada vuole iniziare a raccontare. Tutto ciò che non vediamo perché accaduto prima dell’inizio del film o tutto ciò che potrebbe accadere rappresentano un universo gigantesco. Per ricercarlo la regista parte dalla stenografia visiva, dalla pedissequa ripresa della giornata nel suo intero cosicché l’inamovibilità della Signora Flor ci perseguiti, facendoci porre domande anche su cosa noi stiamo facendo. La donna sembra ricercare una porta: nascosta, sprangata, piombata, che non le si avvicina. Ma come tenta di incamminarcisi? Le dinamiche da ufficio l’hanno evidentemente intrappolata. Le sue ossessioni ricorrono senza pause, senza tregue esattamente come il film. L’ingranaggio violento della burocrazia, come diceva Hannah Arendt, l’impiegatismo alienante di Tolstoj, l’hanno mutata in una statua. Le sue espressioni sono ghiacciate, spaventose a tratti. Sembra sguazzare nell’atrofia e anche nell’apatia. Eppure talvolta il residuo di un’immagine passata, un ricordo, sembianze familiari che le si palesano dall’altro capo della scrivania riaccendono una lampadina, per cui ci regala un sorriso abbozzato.

La creta della statua mostra dunque delle crepe. Nelle vene delle gambe, nelle lenzuolaalmada_n_tld_2015_3_optimized stropicciate, neghi specchi macchiati in cui la protagonista non sembra cercare un doppio quanto un essere umano reale che le porga una mano. Le sue di mani sono sempre sovrapposte, sempre a grattarsi l’un l’altra cercando il colpevole della odierna miseria. Quando il mutamento pare irrealizzabile spesso si cerca conforto nell’ordine o nell’apparenza di esso. Le immagini sono infatti pregne di simmetria, talmente manifesta da divenire insopportabile. Tutto spostato sulla destra, tutto allineato e se sbilenco reso così perfettamente sbilenco da ricreare perfezione nella stortura. Il comportamento ossessivo-compulsivo ci dà una parvenza di beatitudine, il pretesto per dire a noi stessi che non potremmo vivere diversamente, che non siamo in grado di farlo. Sappiamo che la possibilità esiste, però al posto di allineare la cancelleria in ordine decrescente come la Signora Flor occorre uno sforzo notevole. Lo sforzo sta nel lasciare che tutto ciò che è stato seppellito, forse perché eccessivamente doloroso, lentamente venga a galla e si riappropri di un amore per la vita. Si può rinascere o nascere in sembianze che assomigliano all’autentico, a quello che abbiamo calpestato perché urlava troppo. La Signora Flor lo fà, lentamente. Decide di comprare un disco di canzoni romantiche, le sussurra in casa abbracciando un cuscino, ma deve smettere perché l’emotività la sta distruggendo. E’ un primo passo. Non le basta più vestire il beige asettico dell’impiegata, non le basta più mettere del rosso sulle labbra per poi smorzarlo con un fazzoletto. Sarà proprio quell’emotività a rompere la crisalide.

Adriana Barraza in Todo lo demásTutto il film è macchiato di chiaroscuri. La Almada sa che il potenziale nella sua protagonista esiste, però conosce anche quanto arduo sia ottenere anzitutto una libertà mentale. La grandezza di Todo lo demàs è averci restituito un pezzo di solitudine, averci restituito il volto e il corpo di una persona che vediamo in metro e non sospettiamo possa contenere tanto dolore. Tutte le immagine sono inframezzate dalle possibilità che la Signora Flor avrebbe: sposarsi, andare a ballare in un locale…tutto misto al caos, alla noncuranza, all’assenza mordace di Città del Messico praticamente identica ad ogni metropoli occidentale. Quanti sono tanto audaci da uscire da quella condizione? La Signora Flor deve farlo e sceglie l’acqua per concretizzare la fine del suo incubo. La vediamo sempre spaventata di fronte ad una piscina, incapace di buttarcisi. Se nell’epilogo è l’acqua di una persona, il tocco di una lacrima invisibile spalmata su una schiena a incarnare il salvifico, allora non resta che ammutolirsi di fronte alla delicattezza. All’umano che cura lo spirito umano. Al potere dell’immagine.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array