#RomaFF12 – Romarcord #1 Quadraro
Romarcord, realizzato dagli studenti del DASS, nasce dall’idea di recuperare quartiere dopo quartiere, la memoria storica delle sale della Capitale attraverso i ricordi di chi le ha frequentate
Com’era andare al cinema prima? Quale era l’esperienza cinematografica dello spettatore (prima del critico e dello storico del cinema) che entrava in qualsiasi momento durante la proiezione, sgranocchiava rumorosamente caramelle col buco e popcorn, interagiva ad alta voce con i compagni di visione e con le immagini che scorrevano sul grande schermo? Ma soprattutto quali e come erano le sale della Capitale che oggi non esistono più? Cosa sono diventate?
Da queste domande nasce Romarcord, progetto del DASS (Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo) a cura di Andrea Minuz, Giulia Fanara, Damiano Garofalo e Felice V. Bagnato. L’idea è quella di realizzare una sorta di miniserie incentrata sui cinema scomparsi nei quartieri di Roma, intervistando le persone che li frequentavano per recuperare attraverso i loro ricordi la memoria storica delle sale e soprattutto di un concetto di spazio cinematografico che ormai non esiste più. Alla 12˚ edizione della Festa del Cinema è stata proiettata la prima puntata realizzata con cura dagli studenti del DASS che hanno iniziato il loro viaggio nel tempo partendo dal quartiere Quadraro-Tuscolano. Quali e come erano le sale, perché si andava al cinema, come si andava al cinema? Le risposte a queste domande non vengono solo dagli intervistati ma anche da immagini scelte con cura dai più bei film italiani di un tempo, in un’interessante dicotomia fra le testimonianze della persone e la storia del cinema come documentazione. Realtà e film ci raccontano quindi splendide storie di altri tempi, la sale come luoghi di svago per il quartiere, strane astronavi che a fine proiezione aprivano il tetto sputando fuori il fumo delle sigarette verso il cielo.
E oltre ai ricordi affiorano anche tanti spunti interessanti in Romarcord, ad esempio quello legato al concetto di sacralità che la sala ha acquisito negli anni e che un tempo non aveva se non quando era connesso allo stupore che il film suscitava in chi ancora non era così avvezzo allo magia del cinema. In chi per esempio osservava ad occhi sbarrati Mosè aprire un varco in mezzo al mare ne I Dieci Comandamenti del 1956 di Cecil B. De Mille. Ci piace inoltre l’idea, soprattutto oggi, di mappare la città a partire dalle sale che un tempo erano un luogo di aggregazione cittadina come non ne esistono più, in una Capitale dove i centri culturali sono ridotti all’osso, e le sale, anche quelle più celebri, continuano a spegnersi. Andrea Minuz nell’incontro successivo alla proiezione ha specificato però che il progetto Romarcord non vuole essere un mero progetto nostalgico per rimpiangere i bei tempi passati. La sala è in crisi, ormai questo è un dato di fatto tanto quanto lo è la rivoluzione tecnologica. Perché allora non reinventarla, ripensarla diversamente interrogando il passato che l’ha vista vivere in tutto il suo splendore. In questa piccola prima puntata ambientata a Roma Sud, un altro cinema e un’altra città ci scorrono sotto gli occhi grazie ai racconti di chi le ha vissute. Con certezza sappiamo che ciò che è stato non può ritornare tale e quale, ma l’idea riflettere attraverso il cinema non smette mai di entusiasmarci.