#RomaFF13 – Rémi, di Antoine Blossier

La nuova edizione di Rémi, girata da Antoine Blossier e prodotta dai francesi di Jerico, torna nelle sale riprendendo il romanzo Senza famiglia di Hector Malot e mantenendone integre le sfumature

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“Dolce Remi… piccolo come sei!”

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Più o meno tutti quelli cresciuti con Italia 1 negli anni ’90 avranno canticchiato con la giusta melodia questa frase.
Quello che in molti non sapevano all’epoca invece è che le storie di quel bambino che se ne andava in giro con un cane ed una scimmietta non era pura invenzione di un disegnatore giapponese. Rémi era infatti un personaggio molto più vicino alla nostra tradizione, essendo ispirato ad uno dei romanzi più celebri di fine ottocento, Senza famiglia di Hector Malot.

Ad 8 anni Rémi scopre di non essere figlio della famiglia in cui vive e, in seguito a problemi economici, si ritrova a fare il saltimbanco assieme ad un misterioso musicista girovago che si fa chiamare Vitalis.

La nuova edizione di Rémi, girata da Antoine Blossier e prodotta dai francesi di Jerico, torna nelle sale riprendendo il romanzo di Malot e mantenendone integre le sfumature. Con una fotografia ricca di chiaroscuri, che fa sembrare le bettole bazzicate dalla compagnia la scenografia di un quadro caravaggista, l’intento di essere il più coerenti possibile con una narrativa che spesso intercetta richiami dickensiani si fa subito palese.

Il nocciolo della storia infatti è quello legato alla nascita del concetto di infanzia a cavallo tra i due secoli, uno status spesso negato e raggiunto con fatica dal protagonista soltanto alla fine del suo viaggio.  

Rémi
Ciò che potrebbe risultare paradossale nel romanzo è il fatto che il dolce Rémi impari prima a leggere, a suonare e cantare, e soltanto dopo riescea farsi riconoscere per quello che è, un bimbo.     

Alice nella città dimostra ancora una volta di voler raccontare questi riti di iniziazione, di promuovere tra i più giovani storie che incitino ad essere innanzi tutto se stessi. Monito che passa anche tramite Rémi, lungometraggio che – per quanto ben fatto – avrà vita ben più longeva nei palinsesti televisivi della RAI (01 Distribution si curerà dell’approdo in sala del film).
E noi, poveri nostalgici degli anni ’90, restiamo sospesi tra scelte di distribuzione di prodotti ben fatti destinati a bambini in età scolare, e produzioni rivolte invece quasi sempre ad un pubblico di over 50. Noi altri, dove siamo finiti?
Per consolarci continueremo a cantare: “Dolce Remi…piccolo come sei!

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