#RomaFF13 – Three Identical Strangers, di Tim Wardle

La storia dei tre gemelli solleva questioni estremamente reali ma al contempo sprigiona tutto il suo potenziale cinematografico e, procedendo con suspense, va a sfiorare i generi più disparati

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Capita, di fronte ad alcuni documentari, di rimanere impressionati dal fatto che la storia mostrata sia incredibile tanto quanto un film di fiction, di spionaggio ad esempio o un thriller. Rimaniamo colpiti (spesso e volentieri nostro malgrado) da quanto la realtà sia capace di arrivare laddove la fantasia non sognava neanche di spingersi. Il regista Tim Wardle, al suo terzo documentario, decide di raccontare tutta, ma proprio tutta, la storia dei tre gemelli (i triplets) più famosi d’America, apparsi anche accanto a Madonna in un cammeo di Cercasi Susan Disperatamente.

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La storia narra che, all’inizio degli anni 80, il giovane Robert Shafran faccia il suo ingresso da matricola al college, scoprendo con stupore che tutti lo conoscono, che le donne lo salutano ammiccando e che gli altri studenti lo accolgono come un vecchio amico. Fino all’estate prima infatti, un tale di nome Edward Galland alloggiava lì, un ragazzo, dicono, incredibilmente simile a lui. Un sosia, esclama un amico di Edward mentre guarda Robert esterrefatto. Finché parlando, Robert scopre che questo Edward è nato il suo stesso giorno ed è stato adottato come lui alla Louise Wise di Long Island, agenzia per adozioni di orfanelli (prevalentemente ebrei). Il caso dei due gemelli ricongiunti viene subito pubblicato dal New York Post. Pochi giorni dopo David Kellman, robusto giovanotto, si riconosce nella foto dei due ragazzi, e scopre di essere nato lo stesso giorno e di esser stato adottato nella stessa agenzia…

Tutto potrebbe concludersi qui, nei  primi 10 minuti di Three Identical Strangers. Con l’assurdissima storia di tre gemelli separati dalla nascita che si ritrovano per caso. Basterebbe questo per avere una trama abbastanza bizzarra da sembrare nata dalla penna di uno sceneggiatore o romanziere. Folle abbastanza per essere un film di fiction più che un documentario. Un’intera generazione è cresciuta con favolette del genere, a partire da Il Cowboy con il Velo da Sposa (The Parent Trap) con la star Disney Hayley Mills. Ma questa storia Disney ha certamente dei toni un po’ più dark, come dice una donna intervistata più avanti nel film, ed è simile semmai ad una puntata di Alfred Hitchcock presenta. Passo dopo passo questo documentario rivela particolari sempre più fuori dall’ordinario, come se tre gemelli riuniti assieme dopo 19 anni non bastassero. Three Identical Strangers, lo diciamo chiaramente, non è un documentario che lascia senza fiato per l’estetica delle sue immagini o per la capacità di raccontarci il reale attraverso il potente mezzo cinematografico. Il film di Tim Wardle è un documentario dalla forma fin troppo comune, un susseguirsi di video e foto di repertorio inframezzate da semplici interviste ai protagonisti della storia, ai parenti e agli amici.

Ma la verità è che va davvero bene così. Non c’è una storia comune da enfatizzare attraverso le immagini, piuttosto c’è una storia troppo straordinaria tanto che solo normalizzando le immagini stesse può essere resa credibile. Solo così possiamo credere che tutto questo sia vero. Wardle è altresì abile a capire che solo attraverso la semplicità della forma può esaltare le incredibili potenzialità narrative che questa storia possiede intrinsecamente. La vicenda dei tre gemelli è già dotata di per sé di una suspense serratissima, e andando avanti tocca i generi più disparati. È un thriller ma è anche un giallo, sfiora la fantascienza e arriva anche a raggiungere un’inquietante sfumatura horror (in fondo sempre di gemelli si sta parlando). Allo stesso tempo solleva importanti questioni reali. Three Identical Strangers è una folle storia vera che veicola argomentazioni storiche e culturali, filosofiche, scientifiche, psico-antropologiche. E solo per il fatto di essere accaduta sprigiona tutto il suo potenziale cinematografico, rivelando come solo la realtà può generare il cinema, soprattutto quello di genere che a torto ne viene considerato così distante. Proprio come gli orrori della guerra segnarono H.P Lovecraft. O come la fantascienza che, nata dal romanzo scientifico, proprio partendo dal progresso scientifico stesso si storce e contorce su se stessa. Non ci annoiamo mai con la storia dei Triplets… stiamo con loro, con gli occhi fissi sullo schermo, durante tutta questa strana e affascinante storia vera.

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