#RomaFF14 – Drowning, di Melora Walters

La seconda opera da regista dell’attrice americana è un film difficile, sulla carta interessante, ma dagli esiti deludenti.

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Rose ha un figlio, Kevin, che è un marine partito per l’Iraq. Rose è sola. Lavora in una libreria ma trascorre gran parte del tempo ad aspettare le telefonate del figlio, ossessionata dall’idea che possa morire e dai rimorsi di non essere stata una buona madre. Ha una relazione con un professore universitario che non riesce a portare avanti. I giorni passano nell’attesa. Finché col tempo decide di rimettersi in gioco, andando da una psicoanalista e prendendo lezioni di nuoto.

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Per la sua seconda opera come regista l’attrice Melora Walters, indimenticabile musa per Paul Thomas Anderson in Magnolia, sceglie una prospettiva femminile interessante: quella di una madre costretta a vivere la quotidianità mentre il figlio è al fronte. E quindi si tratta di un film piccolo, dove la guerra è in fuori campo e irrompe solo attraverso rumori di spari “mentali”  e servizi giornalistici che sentiamo in radio mentre la donna è in macchina. La vera storia infatti è quella di Rose che deve gestire la lontananza dal figlio, il legame materno reciso, e di conseguenza una vita privata giocata sui tempi morti, sulla consunzione fisica dell’attesa, sulla passività dei progetti e dei sentimenti.

Un po’ ci dispiace dover essere severi nei confronti di un film sulla carta coraggioso, ma purtroppo Drowning non funziona sotto alcun punto di vista. Walters guarda al cinema indipendente. Sceglie un registro intimista che insegue nelle inquadrature e nella “serietà” dei toni il cinema europeo, ma non disdegna pericolose incursioni oniriche. L’acqua e l’annegamento disegnano metafore ricorrenti e visivamente deboli. E anche quando il film prova a sfiorare la commedia (il personaggio che corteggia Rose parlando italiano) rimane impantanato nell’improvvisazione attoriale. Sembra più un’operazione mentale che emotiva, ma era un film difficile. Forse la Walters avrebbe dovuto plasmarlo con più umiltà.

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