#RomaFF14 – The Dazzled, di Sarah Suco

Esordio alla regia che racconta una realtà tragica e attuale attraverso lo sguardo di un’adolescente costretta a crescere per conservare la propria libertà. Miglior film ad Alice nella città

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Camille, dodici anni, è la sorella maggiore di una famiglia numerosa. Quando i suoi genitori decidono di cambiare stile di vita e abbracciare i valori di una comunità cattolica, la ragazza dovrà lottare per proteggere i suoi bisogni e desideri e conservare la propria libertà. Esordio alla regia dell’attrice Sarah Suco e premiato come Miglior film ad Alice nella città, The Dazzled pone sin da subito al centro della narrazione il conflitto madre-figlia e l’evoluzione del loro rapporto attraverso lo sguardo deformante di un estremismo religioso che può cambiare radicalmente le persone. Film apertamente di denuncia, che non concede sconti allo spettatore, ha il merito di rappresentare in modo inquietante e realistico gli effetti devastanti di una fede totale, incondizionata e alla fine fuorviante: pur non riservando sorprese nel suo sviluppo, la storia ha tutte le fattezze di un thriller dagli esiti drammatici. Camille (la brava Céleste Brunnquell) verrà a poco a poco inglobata nelle assurdità quotidiane di questa comunità rischiando di essere, insieme ai suoi fratellini, vittima sacrificale.

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Suco, che ha scritto la sceneggiatura con Nicolas Silhol ispirandosi a eventi personali (dieci anni trascorsi in una comunità carismatica), va oltre mostrando come queste forme di indottrinamento possano ledere il contatto con la realtà e far arrivare un genitore a discriminare un figlio negando verità tragiche. Una scelta che però non trova la giusta dimensione nel film e finisce per caricare eccessivamente lo spettatore di una violenza gratuita – che si fa racconto, di quanto ha già visto fuori dallo schermo, ed esortazione continua, punitiva nei confronti della protagonista che viene messa di fronte all’unica scelta possibile. Il suo atto di ribellione si inserisce così in un percorso di crescita che è quasi forzato, imposto dall’alto, e che la porta a fare da madre ai fratelli e a sé stessa e a trasgredire pur di sopravvivere. Un percorso che passa anche per momenti descritti con più naturalezza come la scoperta del proprio corpo e della propria sessualità, condivisa per la prima volta con un ragazzo più grande al quale si promette sposa in una scena tra il romantico e il grottesco; o per momenti di fugace spensieratezza, quali il pranzo alla tavola calda come una vera famiglia felice, che danno respiro alla storia.

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