ROSA cyberpunk: il corto no budget alla conquista di Hollywood
Ecco in versione integrale ROSA, il risultato di un anno di lavoro del giovane animatore e illustratore spagnolo Jesús Orellana (classe 1981) che ha realizzato in CG, completamente da solo e a zero budget, questo strepitoso cortometraggio sci-fi/cyberpunk. La 20th Century Fox vuole farne un film live action

Ecco in versione integrale ROSA, il risultato di un anno di lavoro del giovane animatore e illustratore spagnolo Jesús Orellana (classe 1981) che completamente da solo e a zero budget, ha realizzato in CG questo strepitoso cortometraggio sci-fi/cyberpunk che ricorda le atmosfere delle grandi opere di Mamoru Oshii, il manga Blame!, gli Animatrix, con un'eroina figlia un po' di Ghost in The Shell , un po' della character art di Katsuya Terada.
Il corto è ambientato in un mondo post-apocalittico in cui ogni forma di vita naturale è stata spazzata via. Dalle ceneri della distruzione riemerge ROSA, cyborg creato all'interno del progetto Kernel, ultimo tentativo del genere umano per ripristinare l'ecosistema sulla terra. ROSA scoprirà presto che non è l'unica entità a essersi risvegliata e dovrà combattere per la sopravvivenza.
Anche la promozione di ROSA è 2.0: il corto è stato diffuso online insieme all'artwork e ad alcune clip attraverso il sito, la pagina Facebook, i canali YouTube e Vimeo, Twitter e Deviantart (ma è prevista anche l'uscita in in DVD nel 2012).
Nella nostra gallery, alcuni splendidi screenshot da ROSA.
Tecnicamente e graficamente è sen'zaltro rimarchevole. Dal punto di vista registico no. Pieno di manierismi copiati dai videogame e da mille altre cose. L'uso reiterato e sistematico della soggettiva. Anche il soggetto non brilla certo per originalità. Penso che la stragrandemaggioranza dei festival sia più interessata a dare al pubblico che li frequenza cioè che si aspettano di più , piuttosto che proporre qualcosa di davvero interessante.
Tecnicamente e graficamente è senza dubbio rimarchevole. Dal punto di vista registico no. Il lavoro è pieno di manierismi copiati dai videogame e da mille altre cose. L'uso reiterato e sistematico della soggettiva è fastidioso.
Anche il soggetto non brilla certo per originalità. Alla fine, penso che la stragrandemaggioranza dei festival sia più interessata a dare al pubblico che li frequenza cioè che si aspetta di più , piuttosto che proporre qualcosa di davvero interessante.