#Russia2018 – Mina vagante

Yerry Mina, difensore colombiano, 1,95 di altezza per 95 kg, un vero armadio, di legno amazonico, che ha eguagliato, con 3 goal, in 3 partite, i difensori mondiali Breitner e Brehme

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Chi sarà la mina vagante? La Svezia? Gli undici armadi vichinghi, ai quali è stato insegnato di offendere solo quando è necessario, solo quando ci si è meritati una gita all’Ikea nel weekend, devono immaginare quanto sia importante prendere lo specchio della porta, giusto per completare l’arredo. 4-4-2 solido e senza fronzoli (un po’ come l’Uruguay…), che chiude ermeticamente gli spazi, senza lasciare spifferi. Scardinare il muro è impresa ardua, bisogna leggere le istruzioni attentamente, prima di assemblare un’azione decisiva. Oppure bisogna salire al terzo piano, senza ascensore, come il “cafetero” Yerry Mina, difensore goleador colombiano. 23 anni, 1,95 di altezza per 95 kg, un vero armadio, di legno amazonico, che ha eguagliato con 3 goal, in 3 partite, tutti di testa, i difensori mondiali Breitner e Brehme. Macchinoso, poco armonioso, ma devastante sulle palle alte, felicemente e perfettamente puntuale nell’impatto aereo. Tesserato al Barcellona, non ha mai praticamente giocato con il suo club e nonostante il suo fantastico mondiale, è sul mercato, ancora una volta una mina vagante, tra l’Inghilterra e la Spagna. È stato lui il bomber della nazionale, altro che Falcao, Rodriguez, Bacca, Quadrado, Uribe… a proposito di Uribe e Bacca, entrambi, dopo aver fallito i calci di rigori contro l’Inghilterra, costati l’eliminazione agli ottavi di finale, hanno ricevuto minacce di morte dal proprio Paese, proprio alla vigilia dell’uccisione di Andrés Escobar, difensore colombiano della nazionale che nel 1994 fu protagonista sfortunato dell’autogoal eliminazione contro gli USA. Assassinato il 2 luglio 1994, all’indomani del rientro in Colombia, con sei colpi di pistola all’uscita di un locale notturno. L’ipotesi più accreditata è che si sia trattato di una vendetta dei scommettitori legati ai cartelli del narcotraffico che lo volevano punire per le gravi perdite di gioco a causa dell’inaspettata eliminazione della squadra di Valderrama, Higuita e Mister Maturana.

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Non è certo la fine che è spettata al Giappone e ai suoi eroici samurai, sconfitti negli ottavi per un harakiri tattico, all’ultimo secondo contro il Belgio. A fine gara c’è stato l’inchino ai tifosi, congedandosi dal palcoscenico mondiale e lasciando gli spogliatoi puliti, come d’altronde hanno fatto i tifosi sugli spalti, prima di abbandonare lo stadio. Non poteva esserci epilogo diverso, se consideriamo che i nipponici, fin dai primi anni di scuola sono abituati a seguire determinati dettami. I bambini, alla chiusura delle attività scolastiche, hanno il dovere di ripulire la scuola, utilizzando un piano di raccolta rifiuti di ineguagliabile maestria e ingegnosità. Non esiste a scuola il personale addetto alle pulizie, sono stesso i bambini, coadiuvati dagli insegnanti, a fare ordine nelle classi, nei bagni e tra i corridoi, divertendosi e favorendo la socializzazione. Chissà cosa sarebbe stata l’Amazzonia in Estremo Oriente? Intanto il Parco Chiribiquete sembra aver trovato nuova vita. Il più gande parco pluviale del pianeta è salvo. Quella terra grande come tutta la Danimarca, ha conservato gli oscuri segreti dei narcotrafficanti e dei guerriglieri delle Farc: oggi, come unico scopo, avrà il compito di preservare una delle più grandi biodiversità del pianeta. Il parco nazionale Serranía de Chiribiquete, in Colombia, nel cuore dell’Amazzonia, ha appena ricevuto due splendide notizie: è stato ampliato fino a coprire 4,3 milioni di ettari, diventando così il più grande parco nazionale al mondo dove si protegge la foresta pluviale, ed è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’Unesco.

E l’Italia? Il nostro Paese ha la sua Amazzonia, quella dei depistaggi, da cui compaiono finti pentiti, false verità e spariscono per sempre agende rosse… Massimo Troisi invidiava l’agenda telefonica di Gianni Minà perché ricca di contatti impensabili, dai fratelli Taviani a Toquinho, fino a Fidel… senza Castro. Ma l’agenda di Borsellino, mai più ritrovata, è il simbolo del più grande depistaggio della storia nostrana. Quel 19 luglio di 25 anni fa, a pochi giorni dalla finale mondiale, un’altra mina vagante ha fatto nascere il più terrificante “disguido” della storia recente, facendo saltare in aria il Magistrato e consegnando nelle mani della giustizia il pentito Vincenzo Scarantino, depositario della verità fino ai nostri giorni, un uomo bocciato tre volte in terza elementare, ladro di pneumatici e contemporaneamente uomo di fiducia, un vero e proprio “punciutu”. Marco Bellocchio potrebbe girarci un altro agghiacciante capolavoro, magari dal titolo: Perdere!

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