Sabato, Domenica e Lunedì, di Edoardo De Angelis

Nella rilettura di Eduardo attualizzata da De Angelis le aspirazioni personali, individuali ed egoistiche fanno sempre più fatica a trovare una ricomposizione familiare. Su RaiPlay

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In un momento in cui Eduardo (ed il suo teatro) ha dato lo spunto ad autori importanti del nostro cinema come Martone e Rubini per affrontare, tra l’altro, le tematiche familiari, si inserisce anche Edoardo De Angelis che aveva iniziato già un anno fa a riflettere proprio su queste stesse tematiche con l’adattamento di Natale in casa Cupiello e che prosegue in questi giorni con la programmazione sulla Rai e su Raiplay dei due successivi adattamenti: Sabato, Domenica e Lunedì e Non Ti Pago. Ancora per riflettere e portare avanti fino ai giorni nostri il tema dell’evoluzione dei rapporti familiari.

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Benché il film sia ambientato proprio negli stessi anni della prima rappresentazione della commedia (1959), come risulta evidente fin dall’inizio quando Castellitto canta (recita) “Eri piccola” di Fred Buscaglione (1958), la prima “manomissione” al testo di Eduardo che De Angelis compie è, senz’altro, quella di aggiornare la famiglia originale a qualcosa di più vicino alla famiglia contemporanea. Rispetto all’originale, infatti, l’iniziativa imprenditoriale è tutta femminile: Peppino/Castellitto gestisce il negozio che fu, non più del suocero come nell’originale, ma della suocera (interpretata da una grandissima Nunzia Schiano, che in questo stesso periodo ha dato prova della sua versatilità interpretando uno dei personaggi più carismatici della stagione finale di Gomorra) e, a portare avanti l’attività di famiglia, sarà la secondogenita Pietra (e non più Rocco come nella commedia). È lo stesso De Angelis a dare un’indicazione in tal senso, “… Fino ad arrivare a una dimensione di borghesia veramente ricca come quella rappresentata in Sabato Domenica e Lunedì cambiando i segni importanti all’interno della composizione della famiglia e la sua disgregazione attraverso Peppino Priore il quale percepisce ancora con razionale lucidità i contorni delle belle cose di cui ha saputo riempire la sua casa, mentre la loro sostanza si è deteriorata a causa della sua gelosia”.

Altro elemento essenziale nell’adattamento di De Angelis è quello di passare da una narrazione corale, tipica del teatro, ad una più soggettiva e cinematografica, stando attaccato con la telecamera ai volti dei protagonisti e trasformando la gelosia e la rabbia che monta nella testa di Peppino in un white noise che copre tutto, annienta tutto e non può che detonare nell’esplosione che scatena la scena madre dell’opera.

De Angelis dissemina l’opera di tracce di cinema, utilizzando anche il fantastico e surreale (come, d’altra parte, ha sempre fatto) per riconnettersi alla scuola cinematografica da cui, volente o nolente (direttamente od indirettamente), proviene: quella passata sotto il nome di “Vesuviani”, attraverso il tanto criticato cammello in giardino, ma ancor di più con il polpo che fugge dalla cucina, che sembra venire proprio dall’episodio “Sofialorèn” dell’omonimo film.

Non siamo, in definitiva, di fronte ad una mera trasposizione cinematografica dell’opera di Eduardo, ma ad una vera e propria rilettura attualizzata dove le aspirazioni personali, individuali ed egoistiche fanno sempre più fatica a trovare una ricomposizione familiare, soprattutto in un quadro attuale in cui la famiglia (specie quella borghese) ha smesso da tempo di essere quel rifugio che, forse, non è mai veramente stata. Mai come ai giorni nostri, infatti, la famiglia si è trasformata in un insieme di cose, più che in un nucleo di sentimenti. Ed è proprio tornando ai sentimenti, recuperando la capacità di esprimerli, che si possono ricostruire i legami.

Regia: Edoardo De Angelis
Interpreti: Sergio Castellitto, Fabrizia Sacchi, Maria Rosaria Omaggio, Margherita Laterza, Nunzia Schiano, Maria Vera Ratti, Adriano Pantaleo, Giampaolo Fabrizio
Distribuzione: Rai Play
Durata: 109′
Origine: Italia, 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
2.33 (3 voti)
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