Mentre siamo ormai alla sesta settimana di sciopero ininterrotto degli sceneggiatori di Hollywood, indetto dal sindacato WGA (Writers Guild of America), che ha già rimandato e rallentato diverse serie tv, anche il movimento degli attori minaccia di fermarsi. Nella serata di lunedì 5 giugno il sindacato SAG-AFTRA (Screen Actors Guild – American Federation of Television and Radio Artists), che conta più di 150.000 membri, ha annunciato i risultati del voto a favore dell’autorizzazione allo sciopero in attesa dell’esito della trattativa sul contratto di lavoro con AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers) del 7 giugno. Il 48% dei membri del sindacato ha partecipato alla votazione, di questi il 98% ha espresso parere favorevole ad un eventuale sciopero.

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La situazione ricorda molto da vicino quella del 1980, quando il sindacato SAG-AFTRA andò in sciopero per 95 giorni paralizzando totalmente l’industria cinematografica e televisiva statunitense. All’epoca il motivo era da ricercare nei termini contrattuali degli attori mentre il mercato audiovisivo veniva letteralmente ribaltato dall’arrivo dell’home video e della pay-tv. Ai giorni nostri la situazione è cambiata perché le tecnologie sono cambiate, ma nella realtà dei fatti le rivendicazioni degli attori sono piuttosto simili. Le richieste riguardano perlopiù un adeguamento contrattuale a proposito del proliferare incontrollato di prodotti su piattaforme streaming che chiaramente hanno caratteristiche diverse rispetto ai classici broadcasters. In più il sindacato chiede maggiore attenzione rispetto ai piani pensionistici dei suoi membri, oltre all’assicurazione sanitaria e una restrizione significativa sui self-tapes. In più SAG-AFTRA si schiera al fianco di WGA, chiedendo una regolamentazione sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’ambito televisivo e cinematografico.

Ecco le parole di Fran Drescher, presidente di SAG-AFTRA: “I membri si sono uniti alla loro leadership eletta e al comitato di negoziazione con forza e solidarietà. Sono orgogliosa di tutti voi che avete votato così come di coloro che hanno sostenuto vocalmente, anche se impossibilitati a votare. Tutti hanno avuto un ruolo in questo risultato”. Il direttore esecutivo Duncan Crabtree-Ireland ha spiegato così l’importanza di questo voto: “L’autorizzazione allo sciopero ci permette di entrare nei negoziati da una posizione di forza, in modo da poter ottenere l’accordo che i nostri iscritti desiderano e meritano”.

AMPTP ha dichiarato che “si sta avvicinando a questi negoziati con l’obiettivo di raggiungere un nuovo vantaggioso accordo per i membri SAG-AFTRA e per l’industria in generale”. Nel frattempo diversi membri del sindacato attori hanno già raggiunto gli sceneggiatori di WGA nelle strade di Los Angeles e New York City per far sentire la propria voce.

Intanto anche in Italia, lo scorso 22 marzo, le troupe del settore cineaudiovisivo si sono fermate per un giorno di sciopero chiedendo maggiori tutele e il rinnovo dei contratti. Si tratta chiaramente di rivendicazioni molto diverse rispetto a quelle degli attori hollywoodiani. Ma comunque i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, in rappresentanza delle maestranze del nostro paese, hanno protestato contro “il far west normativo che peggiora le condizioni di lavoro per prolungamenti di orari, ritmi […] e il complessivo mancato rispetto di norme che, pur vigenti, non vengono rinnovate dal 1999, per non citare il superamento di norme di legge in materia di orari di lavoro, pause, riposi”.

In attesa di ulteriori sviluppi vi rimandiamo al comunicato ufficiale di SAG-AFTRA.

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