Saint amour – Incontro con Benoît Delépine e Gustave Kervern

I due registi francesi hanno presentato oggi a Roma, all’Hotel Sofitel nei pressi di Villa Borghese, il loro nuovo film in occasione del Rendez-vous

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Sono a Roma in occasione del Rendez-vous. Il nostro incontro con Benoît Delépine e Gustave Kervern è alla terrazza dell’Hotel Sofitel Rome vicino Villa Borghese. I due registi hanno portato qui il loro nuovo film, Saint amour, già presentato fuori concorso alla 66° Berlinale. I due cineasti di Louise Michel e Mammuth appaiono una coppia artistica ormai consolidata. Il primo è più espansivo, l’altro più lapidario. Con il suo umorismo grottesco. Quando parla della scena di Céline Sallette, nei panni di Venus, a cavallo, vicino la Tour Eiffel, sentenzia: “Volevamo fare Game of Thrones”. E Delépine aggiunge: “Questa è un’immagine che volevamo mettere da tempo. Ci piace il genere fantasy. Non abbiamo avuto problemi con i permessi per girare nei pressi della Tour Eiffel perché quella era la Parigi prima degli attentati. La cosa più difficile è stata quella di insegnare a Céline ad andare a cavallo. Poi doveva convivere con Depardieu e non è stato facile”.

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Benoît Poelvoorde Gérard DepardieuNel film Gérard Depardieu e Benoît Poelvoorde sono padre e figlio. Inizialmente si trovano al Salone dell’Agricoltura di Parigi e poi si spostano in un tour nella campagna francese. E a loro si unisce anche un giovane e stravagante tassista. Cercano le strade del vino ma durante il percorso si ritroveranno delle inattese sorprese. “Non è proprio un road-movie – sottolinea Delépine – anche se inizialmente il nostro distributore aveva messo in circolazione un trailer con molti più paesaggi. Stavolta, anche rispetto a Mammuth, volevamo concentrarci maggiormente sui personaggi rispetto ai luoghi e sulle loro emozioni. Per questo ci sono più inquadrature in movimento rispetto ai piani fissi dei nostri film precedenti”. Si tira fuori un paragone con Sideways. “Si, è un film che ci piace molto” dice Kevern.

Le scene al Salone dell’Agricoltura non sono state semplici: “Ci sono voluti tre anni per ottenere l’autorizzazione. E abbiamo girato per tre giorni. All’inizio ci hanno consentito di girare solo le scene senza dialoghi. Sono state difficili ma anche stimolanti. Poi lì molte persone si facevano le foto con Gérard e Benoît appena li vedevano. Gestire loro due non è stato semplice – ricorda Délepine – perché Benoît si perdeva tra gli stand del vino mentre Gérard era stressato dalla presenza della folla. Ma in fase di montaggio abbiamo visto che sono venuti molto bene.

Infine i protagonisti di Saint amour somigliano ai personaggi dei precedenti film dei due cineasti: “Sono presenti spesso delle figure solitarie che riescono ad uscire dalla loro condizione in diversi modi. Qui c’era l’amore. E il compositore – ricorda Delépine – è stato molto bravo perché ha capito verso quale strada si stava dirigendo il film”.

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