Samaritan, di Julius Avery

Abbandona presto la sua premessa promettente e diventa l’ennesimo film che chiede di essere salvato da Sylvester Stallone. Prime Video

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Samaritan è uno di quei film abbandonati dopo una premessa promettente che avrebbe avuto bisogno di un maggiore sostegno. La storia sembra abbracciare il sottogenere del supereroe plausibile e suggerisce delle associazioni familiari per il pubblico italiano. Il protagonista si nasconde in mezzo ad un grigio vicinato di periferia, afflitto da una povertà diffusa e taglieggiato da una banda di spietati malviventi. L’ambientazione ha degli evidenti elementi in comune con Lo chiamavano Jeeg Robot (2015) di Gabriele Mainetti. Tuttavia, la somiglianza appare dettata dalle restrizioni del budget e non dalla condivisione di uno scopo. Il contesto urbano non è nemmeno imposto dalla fedeltà all’omonimo graphic novel di Bragi F. Schut. Infatti, la sceneggiatura era stata scritta prima di essere convertita in un fumetto. Samaritan non può fare un uso smodato della CGI e solo per questo è costretto ad adattarsi ad una vicenda dalle prospettive di quartiere.

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Gli accenni ad una società distopica in cui le macchine hanno costretto quasi tutti alla disoccupazione e all’indigenza restano sullo sfondo dei notiziari. Non si può escludere che questo spunto narrativo sarebbe stato approfondito negli episodi successivi. Il film pensa a sé stesso come al primo passo di un franchise ma ha le proporzioni di un pilota televisivo. Forse, Samaritan avrebbe potuto davvero definire un nuovo eroe del popolo ma James Avery non ha voluto rischiare fino a questo punto. Il regista si è accontentato di presentarlo come l’eroe di un bambino che ha perso il padre e ha una madre che non riesce a tenerlo lontano dalle cattive compagnie. Non è possibile quantificare quanto la presenza di Sylvester Stallone abbia influito nella decisione di fare un film dal profilo basso. Bisognerebbe sapere con precisione quali fossero le sue reali intenzioni.

Granite City è stata lasciata al suo destino dopo lo scontro finale tra due gemelli con superpoteri, terminato con la presunta morte di entrambi. I due rappresentavano le facce diverse della medaglia: il redentore e il seminatore del caos. Gli abitanti di un quartiere in rovina si dividono alla ricerca di qualcuno che riporti l’ordine o di qualcuno che scateni una rivoluzione. E se uno dei due non fosse morto? E se qualcuno fosse pronto a raccogliere la loro eredità? Il deja vu di Bane e Batman è scontato e forse Samaritan non sarebbe stato comunque un film molto originale. Questo pendolo tra l’eroe e l’antieroe si adatta perfettamente alle parti consolidate di Sylverster Stallone. Quando la star vaga per le strade malmesse della città e dispensa consigli di vita sembra Rocky Balboa. Quando deve vendicare un’ingiustizia e lascia sfogare la sua rabbia e la sua forza sembra John Rambo.

Forse, il problema della mancanza di coraggio del film risiede proprio qui. James Avery si appoggia alla predisposizione dell’attore invece che impegnarsi a valorizzarla. Il personaggio avrebbe potuto fornire una sintesi audace della sua doppia anima. Tuttavia, perché farlo, quando la sua sola presenza offre una vasta scelta di scorciatoie? Così, tutto il film si sforza solo di arrivare in qualche modo alla resa dei conti finale. È allora che Sylvester Stallone può fare quello che sa fare meglio di tutti da quarant’anni. Il supereroe uccide coreograficamente centinaia di nemici, salva gli indifesi ed infila battute ad effetto. Il twist allo scadere non conta più niente dopo che la sua grandezza si è presa tutta la scena. L’idea dell’eroe riluttante è contingente: la star si avvicina all’ottantesimo compleanno e mostra un po’ di stanchezza verso il solito repertorio. Samaritan è l’ennesimo film che gli chiede di essere salvato ma le solite mosse questa volta bastano a malapena.

 

Titolo originale: id.
Regia: Julius Avery
Interpreti: Sylvester Stallone, Javon Walton, Pilou Asbæk, Martin Starr, Moisés Arias, Sophia Tatum, Dascha Polanco
Distribuzione: Prime Video
Durata: 102’
Origine: USA, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
Sending
Il voto dei lettori
4 (3 voti)
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