SAN SEBASTIAN 55 – Incontro con Pang Ho-Cheung

pang ho cheung“L’idea di una cospirazione delle donne proviene dalla mia adolescenza, quando ancora andavo a scuola. C’erano molte ragazze, molte donne, che si ritrovavano in gruppi e tutte insieme andavano al bagno, dove trascorrevano moltissimo tempo. Mi sono sempre chiesto cosa facessero tutte insieme e così a lungo chiuse nel bagno.” Pang Ho-Cheung parla di Exodus

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exodusCome è nata l’idea di una cospirazione segreta delle donne per uccidere tutti gli uomini?

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L’idea di una cospirazione delle donne proviene dalla mia adolescenza, quando ancora andavo a scuola. C’erano molte ragazze, molte donne, che si ritrovavano in gruppi e tutte insieme andavano al bagno, dove trascorrevano moltissimo tempo, molto più di quanto ne passassero gli uomini. Mi sono sempre chiesto cosa facessero tutte insieme e così a lungo chiuse nel bagno. Immaginavo che le donne organizzassero qualcosa di segreto e che discutessero di come poter far del male o addirittura uccidere gli uomini. All’epoca morivo dalla voglia di scoprire cosa ordivano chiuse nel bagno. E’ per questo che ho girato Exodus!

 

E riguardo alla scena iniziale del film, dove alcuni uomini vestiti con pinne, maschera e boccaglio picchiano un sospettato in una stazione di polizia?

Anche l’idea di questa scena viene dalla mia adolescenza. Mio padre era un poliziotto e spesso mi raccontava che molti poliziotti picchiavano e torturavano le persone che avevano arrestato e quando queste denunciavano le violenze subite, nessun giudice, nessuna corte credeva alle loro parole. In Exodus ho utilizzato i racconti di mio padre estremizzandoli in maniera assurda in modo tale da renderli difficilmente credibili. La scena d’apertura è una situazione reale, come poi viene spiegato in seguito, ma è talmente assurda e ridicola da venir percepita come falsa.

 

Yip, il protagonista di Exodus, preferisce rinunciare, far finta di niente. Quando si avvicina a scoprire il mistero sul quale indaga, anziché affrontarlo sceglie di voltarsi dall’altra parte e di non vedere…

Il protagonista di Exodus si affaccia su un abisso, ma questo abisso è troppo grande per lui e quindi preferisce chiudere gli occhi, far finta di non vedere e tornare alla sua normalità. Ho voluto descrivere un uomo che si avvicina lentamente a qualcosa di molto importante e serio, ma che non riesce e non vuole affrontare questo universo nascosto, perchè questo significherebbe l’esclusione dalla società in cui vive. Ad esempio, la scena iniziale si riferisce alla volontà di Yip di intervenire e di far qualcosa contro le violenze che la polizia usa sui sospettati. Ma non appena ne parla con il suo superiore la sua carriera subisce un fase di stasi e le cose da lui denunciate vengono ritenute o false o comunque si preferisce lasciarle nell’ombra. La scoperta di un’organizzazione segreta formata dalle donne per uccidere gli uomini è qualcosa di troppo grande per il mio protagonista. Yip non riesce ad affrontare la sua scoperta e quindi preferisce far finta di non vedere, di ignorare la situazione, rimanendo così saldamente attaccato alle sue sicurezza, alla sua normalità. Non ho voluto dare nessun giudizio sul mio protagonista, non lo approvo e allo stesso tempo non posso disapprovarlo. Gli uomini non sono semplicemente buoni o cattivi, le loro azioni non possono essere giudicate nettamente come giuste o sbagliate.

 

pang ho cheungPerché ha scelto di rappresentare lo spazio di Exodus in maniera asettica e impersonale?

Ho voluto girare questo film come fosse una pantomima. Le luci, gli ambienti, la messa in scena sono spogli, indifferenti, quasi senza vita. Ho cercato di rendere palpabile una sensazione di attesa, di sospensione. Anche le scelte sonore vanno in questa direzione, come ad esempio nella scena del ritrovamento del corpo di Kwan Ping-Man che inizia con un lungo silenzio.

 

Perché questo titolo?

Viene dalla Bibbia. L’Esodo è un libro dell’Antico Testamento. Alcune persone, come i miei personaggi, continuano a fuggire dai loro problemi, preferiscono non scontrarsi con le difficoltà. Citando l’Esodo ho voluto dire che le persone preferiscono affidarsi ad una guida, ad un Mosè, preferiscono che sia qualcun altro a farsi carico di ciò che non sono in grado di affrontare. Quando le persone non hanno l’autorità o il potere di imporsi sulla realtà allora scelgono di lasciare questo compito a qualcun altro e Yip riflette questa realtà, che è tipica di Hong Kong, dove le persone continuano a non farsi carico dei problemi, ad ignorarli per non complicarsi la vita

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