SAN SEBASTIAN 56 – Giocando le carte della contaminazione

logo_san_sebastianAl via il cinquantaseiesimo Festival internacional de cine di San Sebastián. Che promette un’edizione cinefila fra anteprime e retrospettive, per un viaggio alla scoperta del nuovo e di poetiche d’autore consolidate film dopo film. Fra le star di quest’anno ci saranno, con i loro film, il coreano Kim Ki-duk, il giapponese Kore-eda Hirokazu, Samira Makhmalbaf, il palestinese Rashid Masharawi, tutti in gara per l’ambita Concha de oro, che sarà assegnata da una giuria presieduta da Jonathan Demme. Imperdibile la retrospettiva Japon Noir – GALLERIA FOTOGRAFICA

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Undici giorni di proiezioni, dal 18 al 28 settembre. Sta per iniziare il cinquantaseiesimo Festival internacional de cine di San Sebastián. Che promette un’edizione cinefila fra anteprime e retrospettive, giocando le carte della contaminazione per un viaggio alla scoperta del nuovo e di poetiche d’autore consolidate film dopo film. Fra le star di quest’anno ci saranno, con i loro film, il coreano Kim Ki-duk (assente per le conseguenze di un incidente d’auto, ma quasi sicuramente presente in video-conferenza stampa), autore di Bi mong (Dream), il giapponese Kore-eda Hirokazu con Aruitemo, Aruitemo (Still walking), l’iraniana Samira Makhmalbaf con Two-Legged Horse, co-sceneggiato dal padre Mohsen e girato in Afghanistan, la turca Yesim Ustaoglu, al suo quarto film con Pandora’s Box (tra i suoi lavori Viaggio verso il sole), il palestinese Rashid Masharawi con Eid milad Laila (Laila’s birthday), che descrive un giorno a Ramallah. Sono alcuni dei film più attesi della competizione internazionale, in gara per l’ambita Concha de oro, che sarà assegnata da una giuria presieduta da Jonathan Demme (di cui si vedranno Rachel getting married e Neil Young – Heart of gold) e composta da Michael Ballhaus, Martina Gusman Urruti, Masato Harada, Nadine Labaki, Clare Peploe e Leonor Watling.

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Film d’apertura, dopo la cerimonia d’inaugurazione presentata nella sala grande del Kursaal da Belén Rueda e Edurne Ormazabal, la produzione inglese The other man, ritorno alla regia di Richard Eyre (sue alcune opere della British Renaissance degli anni Ottanta come L’ambizione di James Penfield e Il giorno delle oche), con cast internazionale (Liam Neeson, Antonio Banderas, Laura Linney) per la descrizione di un triangolo d’amore. Cerimonia d’apertura che ospiterà anche l’équipe di Vicky Cristina Barcelona (Woody Allen, Javier Bardem, Rebecca Hall) e i due registi ai quali il festival rende omaggio con le retrospettive, Mario Monicelli e Terence Davies. Mentre il cineasta giapponese Rokuro Mochizuki sarà a San Sebastián come rappresentante della retrospettiva Japon Noir, 43 film che racconteranno quel genere nelle sue numerose prospettive attraversando la storia del cinema nipponico. Fin da ora, l’appuntamento imperdibile di questa edizione. E sempre nel corso della cerimonia d’apertura sarà consegnato il Grand Prix Fipresci al regista de Il petroliere Paul Thomas Anderson.

Quattrordici film, e sedici registi, parteciperanno alla sezione Zabaltegi, riservata ai nuovi autori emergenti. In palio, l’ambito premio Altadis destinato alla miglior opera prima o seconda che non abbia preso parte a nessuna competizione internazionale (presidente di giuria, Joan Chen).

Completano il programma del festival le sezioni Made in Spain (ovvero una selezione della produzione spagnola dell’anno composta di quindici titoli), Horizontes Latinos (quattordici film, in concorso, per uno sguardo sul cinema di produzione o tematica latino-americana), Cinéma en construction (con sei film provenienti da Argentina, Cile, Messico e Nicaragua) e Cinéma en mouvement (con quattro film candidati al premio di questa categoria riservata a lungometraggi in post-produzione realizzati da registi di Africa e Medio Oriente). Meryl Streep e Antonio Banderas riceveranno il premio Donostia, riconoscimento per le loro carriere.

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