"Sanctum 3D", di Alister Grierson

sanctum 3d
Non dubitiamo che l’australiano Alister Grierson pensi e veda in 3D, altrimenti James Cameron non avrebbe prestato il suo nome, tuttavia manca una piena consapevolezza delle capacità espressive del dispositivo. Inoltre il soggetto, benché ispirato a una storia vera, finisce ben presto per rivelarsi un pretesto per lo sfoggio di tecnologia. Mentre il cinematographer Jules O'Loughlin stenta a far immergere lo sguardo dello spettatore in quel liquido amniotico della visione che costituisce il fulcro del cinema cameroniano

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sanctum 3dCi sono cineasti che pensano e vedono in 3D, facendo di un blockbuster da 250 milioni di dollari il primo kolossal voyeurista della storia, tutto incentrato sulla pulsione edipica del guardare. Un mashup fra il Grande Fratello, Survivor e L’isola dei famosi, tridimensionali e virati in blu. Ce ne sono altri invece che il 3D lo considerano un mero add-on, arrivando perfino a disconoscere la portata storica del d-cinema. Non dubitiamo che l’australiano Alister Grierson rientri nella prima categoria, altrimenti James Cameron non avrebbe prestato il suo nome, tuttavia a questo regista sembra mancare una piena consapevolezza delle capacità espressive del dispositivo. Innanzitutto la desinenza “3D” è pleonastica. Inoltre, poiché la tecnologia a luce polarizzata comporta una perdita di luminosità, visto che di due immagini proiettate parallelamente, mentre un occhio ne vede una l'altro non vede nulla, ambientare un intero film dentro una caverna non sembra la più geniale delle idee. Ne va della visibilità dell’azione e della leggibilità dell’immagine. Primi piani e zoomate andrebbero altresì evitati come la peste, in quanto appiattiscono l'immagine, richiedono obiettivi poco luminosi e rompono l'illusione di profondità con cambi di focale anti-naturalistici. Specie poi se intramezzati da oggetti in primissimo piano inspiegabilmente fuori fuoco. Infine, lambire i confini del quadro stereoscopico mette a dura prova la sospensione dell’incredulità dello spettatore.
Cosa resta, dunque, di questo Sanctum 3D? A dire il vero non molto. Il testo di partenza, benché ispirato a una storia vera, finisce ben presto per rivelarsi un pretesto per lo sfoggio di tecnologia, non possedendo la potenza archetipica del The Descent di Neil Marshall. Mentre la PACE Fusion Camera del cinematographer Jules O'Loughlin stenta a far immergere lo sguardo dello spettatore in quel liquido amniotico della visione che costituisce il fulcro del cinema cameroniano, circondando e proteggendo capolavori come The Abyss, Titanic e Avatar.

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Titolo originale: id.
Regia: Alister Grierson
Interpreti: Richard Roxburgh, Ioan Gruffudd, Rhys Wakefield, Alice Parkinson, Dan Wyllie, Christopher Baker
Origine: USA, Australia 2011
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 109’

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