Sarura – The Future Is an Unknown Place, di Nicola Zambelli

La resistenza e la speranza negli occhi e nelle parole dei giovani palestinesi si snoda in un tempo senza volto. Da oggi in sala

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Il film di Nicola Zambelli distrae lo sguardo dello spettatore da un teatro di guerra che da poco ha spalancato il proprio sipario ad un conflitto, ormai endemico, che da oltre un cinquantennio occupa, con alterne vicende, l’interesse dei media e, quindi, anche del cinema.
Sarura è un villaggio che si trova a sud della Cisgiordania, territorio rivendicato dai palestinesi come proprio e di fatto oggetto di controllo militare israeliano e di progressiva espansione, con conseguente confisca delle terre, da parte dei coloni israeliani. I loro nuovi insediamenti, sempre più a ridosso dei villaggi palestinesi, con la ipocrita complicità dei militari israeliani che dovrebbero garantire una ipotetica equanimità tra le due parti, finiscono, invece, per erodere fette di terra sempre maggiori a danno dei palestinesi.
Un’associazione creata da giovani palestinesi figli degli abitanti del villaggio, “Youth of Sumud”, che significa “Gioventù della perseveranza”, ha ripreso il controllo di Sarura che era stato abbandonato negli anni ’90 a causa della progressiva invasività dei coloni e ha, soprattutto, ripreso possesso delle grotte che si trovano in quell’area con lo scopo di restituire quei luoghi alla pastorizia e alla coltivazione dell’ulivo piantato in tutta la valle. Una storia di resistenza, o meglio un’altra storia di resistenza che si destreggia tra assalti continui, schermaglie con i militari e i coloni che senza alcun rispetto attaccano perfino i bambini che vanno a scuola con lanci di pietre o aggressioni personali e distruzione dei libri scolastici. Tutto sa di oppressione, di soprusi e non si può, ancora una volta, non ricordare il coraggioso The First 54 Years an Abreviated Manual for Military Occupation di Avi Mograbi, visto al TFF 2021, nel quale il regista israeliano fa spiegare ai suoi protagonisti le forme e i modi che diventano esempi di scuola per praticare un’oppressione efficace nei confronti dell’oppresso.
Sarura – The Future Is an Unknown place nasce e cresce in questo clima di endemico conflitto, uno scontro che dopo l’intifada sembra essersi frammentato in decine o centinaia di piccoli conflitti. Le cronache e anche il cinema hanno raccontato queste situazioni che non hanno solo un riflesso locale, ma fanno inevitabilmente parte di una più grande unità. Dall’altra parte del racconto, attraverso immagini e interviste che sanno restituire una rabbia soffocata da una non violenza praticata e convinta, Zambelli lavora sul tempo. Un lavoro precedente, al seguito di sigle internazionali che da sempre lavorano in solidarietà con gli abitanti dei territori della Palestina, aveva già mostrato le condizioni in cui erano costretti a vivere i palestinesi tra provocazioni e aggressioni ingiustificate. Il tempo che da una parte è trascorso velocemente, sembra invece immobile quanto agli avvenimenti. Nulla è mutato a Sarura, i ragazzini di allora sono diventati adulti e qualcuno si è anche laureato, ma i ragazzini di oggi, che pascolano le greggi al pomeriggio e al mattino vanno a scuola, hanno bisogno dell’esercito che li scorti per evitare le aggressioni. Anzi, alla fine del film si viene a sapere che nel maggio 2021 i coloni hanno distrutto le piantagioni di ulivi e quanto i giovani della “Youth of Sumud” avevano realizzato a Surura. Il lavoro è ricominciato subito dopo, ma il futuro, come ci ricorda Zambelli, è una terra sconosciuta ed in questo tempo senza volto che si snoda ancora la resistenza di questi giovani con la speranza negli occhi e nelle parole.

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Regia: Nicola Zambelli
Distribuzione: Open DDB
Durata: 80′
Origine: Italia, 2022

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
Sending
Il voto dei lettori
4 (1 voto)
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