Scream, di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett

L’horror torna a Woodsboro dopo dieci anni per un nuovo stato dell’arte. Scream rispetta le attese: spaventa, diverte e solletica il narcisismo cinefilo del pubblico

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Una delle regole fondamentali di un horror ben riuscito è quella di stabilire un’affinità più o meno esplicita tra il boogey man e gli spettatori. Scream punta a modo suo verso questa ambigua empatia, anche a costo di alienarsi una grossa fetta di pubblico. Il franchise ha attraversato più di vent’anni di cinema e si è lasciato dietro quattro lungometraggi, cinque film-parodia, due stagioni di un serial riuscito al punto da giustificare almeno uno speciale di Halloween e un reboot televisivo. Soprattutto, ha fissato delle rigide convenzioni con cui tutto questo retaggio si è dovuto confrontare a partire dalla tradizione della prima sequenza.

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Ogni film deve sempre iniziare con un omicidio guidato attraverso il telefono e questa consuetudine è diventata una sfida sempre più impegnativa. Le idee degli sceneggiatori si sono dovute adattare alla repentina evoluzione di strumenti molto differenti dal preistorico cordless di Drew Barrymore. Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillet decidono di aprire il nuovo bodycount con lo squillo di un’utenza domestica. La scelta è da subito un elemento insolito, disturbante e nostalgico. Molti spettatori si saranno domandati chi è che ancora possiede una linea fissa?

Forse, sono gli stessi che risponderebbero Babadook (2014), se la voce di un numero sconosciuto gli chiedesse qual è il loro horror preferito. La citazione del film di Jennifer Kent, insieme a quelle di It Follows (2014) di David Robert Mitchell e di The Witch (2015) di Robert Eggers, non è affatto casuale. I millennials adorano Jordan Peele, i suoi epigoni e il loro approccio più sofisticato. Il genere ha trovato un pubblico più ampio ed è arrivato addirittura a vincere l’Oscar con Get Out (2017). La stessa coppia di registi di Scream si è affermata con la brillante e sanguinolenta satira sociale di Ready or Not (2019).

Il maniaco che raccoglie il testimone della maschera iconica sembra invece un fedele seguace degli slasher della vecchia scuola. Tuttavia, l’assassino segue delle regole ormai superate. La lama del suo coltello è l’unico strumento di vendetta verso il dileggio delle sue vittime. La sua esclusione dal dibattito dell’horror contemporaneo crea una complicità con un certo pubblico. Il suo disagio è in linea con l’età anagrafica di chi ha seguito la saga nel suo divenire e ora si ritrova irrimediabilmente passato. Chi ha familiarità con la saga di ghostface conosce tutte le sue riuscite divagazioni metacinematografiche. La più efficace di tutte è che le sue gesta efferate sono a loro volta state adattate per un film nel film.

I teen-ager di Scream vedono in streaming i vecchi episodi di Stab e li trovano spassosi. Quelli più esperti di cinema li trattano al massimo come un oggetto di studio. La loro continuity è ancora in vita ma il loro sforzo di aggiornarsi è sempre più patetico. Il loro tentativo di venire incontro ad una platea più giovane viene accolto con ostilità dallo zoccolo duro degli appassionati. Il loro problema principale sembra essere quello di non potersi più ispirare ad eventi reali. Uno dei sadici quiz di Scream 4 (2011) imponeva ad Hayden Panettiere di elencare tutti i più recenti remake dei grandi classici horror. Il film era di dieci anni fa e nel frattempo Hollywood ha esaurito tutti i titoli da rifare.

Quindi, i personaggi cercano di capire qual è la storyline del nuovo ghostface e concordano che il killer stia cercando di fare un requel. I suoi omicidi stanno mettendo in pratica la nuova tendenza dell’industria hollywoodiana. I blockbuster in via d’esaurimento non ripartono da zero ma in sovrapposizione alla loro storia consolidata. Le loro discussioni sembrano una confessione diretta degli sceneggiatori James Vanderbilt e Guy Busick. Del resto, i due ci hanno provato diverse volte e non hanno mai avuto particolare successo. La loro firma su The Amazing Spider-Man (2012) e Independence Day: Resurgence (2016) li rende delle autorità sulle complicazioni di questa operazione. Il caso eclatante di The Last Jedi (2018) dimostra che l’epoca dei social non limita al fallimento al botteghino ma lo estende a delle vere e proprie campagne d’odio.

E se l’unico modo per far rivivere Stab fosse scrivere con il sangue del nuovo materiale? Oppure, si può restare fedeli al modello di Wes Craven senza offendere a morte i suoi fan? Scream si confronta continuamente con lo stato dell’arte anche se le intuizioni autoreferenziali che furono di Kevin Williamson ormai sono abbastanza consumate. Il genere si è parlato addosso per decenni ma il franchise ha saputo centellinarsi e sa ancora tirare delle conclusioni brillanti. Ci sta che l’horror torni a Woodsboro ogni dieci anni per fare il punto su quello che è diventato. È una distanza di tempo che ricostruisce il desiderio di essere spaventati, divertiti e solleticati nel narcisismo cinefilo. Il nuovo capitolo riesce a soddisfare queste aspettative, dietro la condizione che non diventi una nuova abitudine.

 

Titolo originale: id.
Regia: Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillet
Interpreti: Melissa Barrera, Jenna Ortega, David Arquette, Neve Campbell, Courteney Cox, Jack Quaid, Mikey Madison
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 114’
Origine: USA, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
2.67 (3 voti)
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