Se mi vuoi bene, di Fausto Brizzi
Diego, dopo aver fallito in tutto, prova a riportare l’amore nella vita dei suoi cari. Un film con tanti personaggi e storie che, in potenza, potevano essere analizzati con maggior profondità
Diego è un avvocato affetto da depressione cronica. Vuole farla finita, non fosse che è talmente inetto da sbagliare anche la sua stessa morte.
«Ieri mi sono suicidato», dice a Massimiliano, proprietario di un negozio sui generis che vende nulla se non compagnia e biscotti caldi. «Non deve essere andata benissimo…» gli risponde lui, che forse è il personaggio più autentico di tutto il film.
Parte da questo scambio di battute Se mi vuoi bene, il nuovo lavoro di Fausto Brizzi. Dopo Indovina chi viene a Natale? e Maschi contro femmine (più il sequel Femmine contro maschi) torna anche la collaborazione con Claudio Bisio, definitivamente consacratosi come uno degli attori della nostra commedia leggera.
Il suo Diego, dopo aver toppato il tentativo di fare harakiri, decide di rimediare ad una vita colma di fallimenti, soprattutto dal punto di vista affettivo. Con la complicità di Massimiliano e di un suo amico interpretato da Flavio Insinna, Diego architetta una serie di situazioni che, in mente sua, potrebbero risollevare la vita dei suoi cari. Ovviamente il piano naufraga miseramente.
Se mi vuoi bene è tratto dall’omonimo romanzo scritto qualche anno fa dallo stesso Brizzi. E, come il libro, anche il film avrebbe delle potenzialità comiche da alternare a momenti maggiormente drammatici. Allora, da questo punto di vista, sembrava azzeccata la scelta di ingaggiare Bisio nelle vesti del protagonista, data la capacità di toccare anche le corde del dramma quando serve (da ricordare è soprattuto La cura del gorilla, tratto dal romanzo di Sandrone Dazieri).
Perché, nella sua impostazione narrativa, Se mi vuoi bene sarebbe un dramedy dalle egregie potenzialità espressive, il cui assortimento di personaggi – e quindi di situazioni, tic, problematiche… – saprebbe ben raccontare una società sempre indaffarata, vittima dei calendari e del «se avessi tempo!».
Il condizionale però non diventa mai davvero indicativo, l’energia potenziale non si trasforma fino in fondo in cinetica. Così, un film che poteva alternare lacrime e risate, col passare dei minuti, si adegua molto più comodamente al mélo che alla commedia sofisticata.
Molti dei moltissimi personaggi messi in campo non hanno il tempo di evolversi, restano degli embrioni lanciati sotto la luce dei riflettori in fretta e furia e, con altrettanta ansia, tirati via dai giochi nottetempo.
Si ha allora, con l’evolversi della sinossi, la sensazione di assistere a qualcosa di già visto, un My name is Earl di qualche anno dopo. Dove il bene ha sempre la meglio sul male e ad andarsene sono sempre i migliori. Ma questo, forse, lo sapevamo già.
Regia: Fausto Brizzi
Interpreti: Claudio Bisio, Sergio Rubini, Flavio Insinna, Lucia Ocone, Maria Amelia Monti, Dino Abbrescia, Susy Laude, Lorena Cacciatore, Elena Santarelli, Valeria Fabrizi, Memo Remigi, Cochi Ponzoni, Gian Marco Tognazzi, Luca Carboni
Distribuzione: Medusa
Durata: 100′
Origine: Italia, 2019