Secondo anno per il Infinity Festival.

Ad Alba, tra il 5 e il 12 aprile, un cinema che si propone anche come ricerca delle nuove espressioni.

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CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

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Selezione Ufficiale

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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Presenta dodici film in concorso, inediti in Italia, tra cui Japon di Carlos Reygadas, film di solitudini e d'esilio, sullo sfondo di paesaggi infiniti, perduti fra gli altopiani del Messico, Tishé, girato con humour e poesia dal russo Victor Kossakovski durante le celebrazioni del trecentesimo anniversario di San Pietroburgo senza mai staccarsi dalla finestra di casa, e l'italiano Un mondo d'amore di Aurelio Grimaldi, ritratto di Pasolini da giovane, sospeso fra il Friuli dell'adolescenza e la Roma della maturità. Oltre a questi, la sezione comprende una decina di opere fuori concorso, destinate al grande pubblico, fra cui alcune anteprime nazionali.


 


Cinema: uno sguardo nuovo


Questa sezione parallela – dotata anch'essa di un concorso, riservato a dodici lungometraggi – è composta da film che lavorano i concetti acquisiti di racconto, finzione e documentario. Si tratta di scritture personali, che consentono un viaggio intorno al mondo del cinema che non si ferma all'esistente, ma lo interroga e così facendo finisce per interrogare anche se stesso.  Fra questi ritratti, resoconti di viaggi, esperienze, investigazioni nel presente dell'Uomo e della Storia, si segnalano Derrida degli americani Kirby Dick e Amy Ziering Kofman (un incontro fra Parigi e gli Stati Uniti, in cui la filosofia si stempera nell'umorismo), Le bruit, l'odeur et quelques étoiles del francese Eric Pittard (la rievocazione di una rivolta, nella periferia di Tolosa, accompagnata dalle canzoni degli Zebda), Flashback del lituano Herz Franck (viaggio nella memoria, fra l'URSS e Israele), Dans Grozny Dans dell'olandese Jos de Putter, (tour musicale in Europa di una troupe di artisti ceceni, per mostrare l'altra faccia di un popolo ingiustamente accusato di ogni atrocità) e Balseros degli spagnoli Carlos Bosch e Josep Domenech (sulle vicissitudini dei profughi cubani negli Stati Uniti).


 


Retrospettiva Andrej Konchalowskij


Realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, prevede la proiezione completa delle opere del regista russo, emigrato negli Usa e ritornato recentemente in patria, vincitore del Gran Premio Speciale della Giuria alla recente Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia con il suo film La casa dei matti. Il cineasta sarà presente ad Alba per partecipare a un incontro dedicato al suo cinema, in una panoramica che va dagli anni 60 del disgelo sovietico all'esperienza hollywoodiana degli anni '80 e '90, al presente delle coproduzioni europee. A parlare sarà un testimone di mezzo secolo di storia dell'uomo e di storia del cinema.


 


Retrospettiva Nicolas Philibert


Prevede la proiezione completa delle opere del documentarista francese, oggi al centro dell'attenzione per il suo film Essere e avere, campione di incassi in tutta Europa (oltre 2.000.000 di entrate nella sola Francia). Philibert sarà presente ad Alba per presentare i suoi lavori e per condurre una lezione di cinema: un incontro non solo riservato agli addetti ai lavori, ma allargato al pubblico più vasto, interessati dalle tematiche di cui i suoi film sono portatori: lo sport estremo, il mondo del lavoro, l'handicap e la follia, l'infanzia, l'arte e le scienze naturali, il teatro.


 


Omaggio a Corso Salani


È un viaggio alla scoperta di uno tra i registi più felicemente indipendenti del panorama italiano. Attore per Marco Risi, Daniele Lucchetti e Cristina Comencini, dietro la macchina da presa Salani realizza un cinema apolide, in cui la dimensione della frontiera viene alla luce in tutta la sua problematicità.


 


Nord/Est, Sud/Ovest


È un "focus" sulla produzione documentaristica di due paesi. Russia e Brasile sono oggi tra le realtà più vive e interessanti di quello che viene chiamato "il cinema del presente". Entrambe coniugano, infatti, questo tempo, ma secondo due traiettorie diverse: per il Brasile esso è la porta del futuro, per la Russia il risultato del passato. Due modi di vedere che spesso comportando due modi di essere, di stare al mondo. Da una parte lo sguardo sul sociale della scuola brasiliana (con affascinanti ritratti dell'umanità delle favelas, delle vocazioni spirituali, dei ragazzi di strada, dei musicisti), dall'altra l'attenzione alla Storia del Novecento (con squarci poetici di realtà brutali, legate alla deportazione, alla guerra, alla fame), spesso coadiuvata da uno straordinario uso del materiale di archivio.


 


La linea del perdono


Esistono, oggi più che mai e proprio in quei luoghi più colpiti dalla violenza (Caucaso, Medio Oriente), delle persone che fanno film anche per dire no a quest'ordine di cose. Per affermare che una pace è ancora possibile.  In My terrorist di  Yulie Cohen Gerstel, una donna israeliana, vittima anni prima di un atto terroristico, conduce una personale battaglia per far liberare il suo attentatore. In Where Lies My Victory? di Pea Holmquist e Suzanne Khardalian,  una dottoressa dell'esercito armeno rievoca la guerra con gli Azeri, in un'amara considerazione sui risultati della guerra. Ecco due esempi di un cinema che scende in campo, due momenti partendo dai quali è possibile tracciare una linea (del perdono, appunto) che toccherà molti altri punti. Sull'argomento si terrà ad Alba una tavola rotonda coordinata da Enzo Bianchi.


 


Hebron: dialettiche di cinema


Nella stessa ottica dell'appuntamento precedente si inserisce anche il breve "focus" dedicato a quel cinema documentario israeliano, che testimonia come la politica aggressiva di Sharon non sia la sola voce del popolo ebraico. Due film rappresentano bene questo stato di cose, entrambi ambientati in uno dei luoghi più controversi della Palestina – Hebron, contesa da coloni integralisti e forze dell'Intifada. The Settlers di Ruth Walk e Detained di Anat Even – il primo sul vivere quotidiano dei coloni, il secondo sulla reclusione domestica di tre vedove palestinesi – verranno proiettati insieme e commentati dalle due cineaste in un dibattito condotto dal critico francese Laurent Roth.


 


Colloquio Folla/Follia


Il colloquio, condotto dal critico Bruno Fornara, analizzerà i nessi profondi che esistono fra l'omologazione della massa e l'esclusione, sociale e civile, della follia. Accompagnato in questo percorso da tre compagni di viaggio (uno psichiatra, un filosofo e un giurista), Fornara, lavorando su un montaggio di sequenze e soprattutto sui materiali che già il festival offre nel suo palinsesto (La Devinière di Benoît Dervaux, film prodotto dai fratelli Dardenne su una comunità psichiatrica aperta alla libertà, e Broadway Black Sea di Vitalij Marskij), aprirà un discorso che si vuole il più esteso e condiviso possibile, dando a tutti la possibilità di intervenire e discutere della rappresentazione cinematografica di questo nesso così importante nel nostro mondo.


 


Adattamento cinematografico: il caso Fitoussi


La lezione di Jean-Charles Fitoussi, fiancheggiato in questa sua "performance" accademica dal critico Ezio Alberione, verterà sui modi di messa in scena da lui adottati per trasporre sullo schermo la novella di Marcel Aymé Le Temps mort, realizzando Les jours où je n'existe pas, storia di un uomo che non vive che un giorno su due, salutato dalla critica internazionale come uno dei maggiori eventi del 2002.


 


Workshop: dare corpo allo spirito


Organizzato in collaborazione con Documentary in Europe, questo stage sulla scrittura del documentario vuole essere un momento pratico e teorico attraverso il quale dei giovani cineasti italiani possano prendere confidenza con la materia della sceneggiatura e soprattutto con l'idea che un documentario non è soltanto riprendere la realtà, ma anche organizzarla secondo una messa in scena ben precisa. Il lavoro, che vedrà impegnati ad Alba una dozzina di candidati, coordinati da tre assistenti di livello internazionale, si concluderà, dopo quattro giorni, con una seduta pubblica, nella quale i progetti verranno presentati ad una commissione di produttori, registi e dirigenti televisivi.


 


Contatti con le Università


Tutte le attività seminariali organizzate da Infinity nel corso della settimana – fra lezioni di cinema, colloqui, seminari, forum e dibattiti, si prevedono oltre 30 ore di formazione – hanno attirato su Alba le attenzioni del mondo accademico italiano. Si è così provveduto a formalizzare con varie realtà universitarie (Torino, Milano, Bologna, Venezia, Urbino, Roma) un accordo di cooperazione, che porterà nelle Langhe per una settimana qualche centinaio di studenti. E che soprattutto verrà considerato parte integrante del loro curriculum.


 


 


Info:


tel. 011 8987185; 0165.261790


www.infinityfestival.org


e-mail: info@infinityfestival.org

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