Segantini – Ritorno alla natura, di Francesco Fei

Docufilm, sfruttando al meglio la fisicità di Filippo Timi, lasciando coesistere perfettamente simbolismo e naturalismo nella sua caratterizzazione. In sala oggi e domani

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Premio del pubblico al miglior film di Biografilm Arte 2016. Prodotto da Apnea Film e Diaviva, Segantini, ritorno alla natura è stato scritto a sei mani da Francesco Fei, Federica Masin e Roberta Bonazza. Il film sarà nelle sale il 17 e 18 gennaio e seguirà certamente collocazione televisiva, considerando che tra i partner distributivi figura anche Sky Arte HD. Il regista di Onde (ottimo esordio al lungometraggio nel 2005), del documentario Armenia!, di videoclip e vari progetti di video arte, realizza un secondo lavoro sul grande pittore dell’Ottocento. Il primo è uscito poche settimane fa, è il documentario Giovanni Segantini: magie della luce di Christian Labhart, produzione svizzera. Due lavori molto diversi che, casualmente, sono usciti quasi in concomitanza. Quello di Labhart ha un taglio più didascalico e classico, Fei invece realizza un docufilm, sfruttando al meglio la fisicità di Filippo Timi, lasciando coesistere perfettamente simbolismo e naturalismo nella sua caratterizzazione, due anime fondamentali nello stile e nei quadri del pittore. Attraverso la testimonianza di alcuni critici d’arte e la nipote del pittore, l’autore ricostruisce un personale profilo di Segantini (oggi tra i più “quotati” artisti al mondo), facendo trapelare, soprattutto attraverso la cura della luce e dell’istantanea visiva, la sua micidiale modernità, nonostante vivesse praticamente in isolamento, tra le montagne ai confini con la Svizzera.

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21647_origOpere come “La stanga”, in cui Segantini noleggia quotidianamente, “en plein air”, mucche e contadini, come un vero regista dell’epoca, “Mezzogiorno sulle Alpi”, “Ritorno al Bosco”, due lavori determinanti del suo “divisionismo”, “Le cattive madri”, manifesto di assoluta visionarietà, mostra definitivamente un uomo solo davanti alla natura. Un uomo che scruta la natura, la contempla, ne sente la potenza e il dominio. Un uomo che fugge il mondo e si rifugia fra vette inavvicinabili, eleggendole a luogo della mente capace di lenire ogni dolore. È questo l’uomo che compare di fronte a noi, quando immergiamo lo sguardo fra le atmosfere terse, intense, a volte trascendenti di Giovanni Segantini, che riuscì nell’arco di pochi anni (morì giovane, a soli quarantun’anni, sul monte Schafberg, a 2731 metri dove si era rifugiato per portare a termine il suo «Trittico delle Alpi») a imprigionare la spiritualità di una natura percepita come simbolo e metafora di un tutto da rivelare.

 


Regia: Francesco Fei

Interpreti: Filippo Timi, Gioconda Segantini, Annie-Paule Quinsac, Franco Marrocco, Romano Turrini
Distribuzione: Nexo Digital
Durata: 78’
Origine: Italia, 2016

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