Sei frammenti di (Vicine) Visioni: le nuove uscite della settimana

Dalla filologica riscrittura fassbinderiana di François Ozon alla seconda regia di Brian Helgeland, dalla canicolare periferia viennese di Hulrich Seidl a una nuova commedia fantastica di Harold Ramis

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Un pugno di film di diversa sostanza, risonanza, fattura, sei frammenti di (Vicine) Visioni, ovvero il cinema in sala dal nove novembre. Si comincia da un recuperato testo di Fassbinder giovane (Tropfen auf heisse Steine) finora rimasto inespresso, consegnato allo schermo dal francese François Ozon che in “Gocce d’acqua su pietre roventi” ricompone con perizia filologica nodi e ossessioni dell’universo poetico del grande e prolifico bavarese. L’austriaco Ulrich Seidl, classe ’52, dal canto suo, racconta in “Canicola” (taglio documentaristico, attori non professionisti) un week-end della periferia viennese inchiodata dal caldo e da sotterranee inquietudini. Brian Helgeland, sceneggiatore premio Oscar di “L.A. Confidential” (1997), scrive e produce la sua seconda regia, “Il destino di un cavaliere”, ambientato nella Francia del XIV secolo, liberamente ispirato a The Canterbury Tales di Chaucer e interpretato dall’australiano Heath Ledger, da Rufus Sewell e Paul Bettany. Segue “Baby Boy – Una vita violenta”, ritorno a Los Angeles di John Singleton che chiude la trilogia avviata da Boyz'n the Hood (1991) e Poetic Justice (1993) con il ritratto di un giovane nero incapace di farsi adulto, quindi “Indiavolato”, nuova incursione nella commedia fantastica (dopo Ricomincio da capo, 1993, e Mi sdoppio in quattro, 1996) di Harold Ramis che muove da tracce faustiane, ma soprattutto rilegge lo Stanley Donen di Il mio amico il diavolo (1967).
Ultimo (ed in fondo lo merita) il John Madden de “Il mandolino del Capitano Corelli”, più interessato alle effusioni divistico-sentimentali tra N. Cage e P. Cruz che non alla rivisitazione della strage di Cefalonia.

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