Sentieriselvaggi21st #14 – La scomparsa di Gavin (cover story)

Affrontiamo il fenomeno crescente e sempre più “totalizzante” del gaming come fossimo tornati alle origini del cinema. Quali gli autori? Come funziona l’industria? Come sta mutando il linguaggio?

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Luca mi invia il link alla notizia di un gamer che per l’ennesima volta afferma di aver scovato la localizzazione certa di Gavin, uno dei misteri su cui interi gruppi della community di giocatori di Red Dead Redemption 2 hanno passato quantità immense di tempo dandosi man forte per venirne a capo: questo utente racconta infatti di aver cercato
Gavin addirittura per quattro anni. Il che è un inside joke del mio amico riguardo alla mia ossessione, nata nel lontano 2019 e da allora mai sopita, per l’open world di ambientazione western di Rockstar Games: per dire, Luca è stato per lunghi mesi il destinatario di ogni mio screenshot che testimoniasse l’abbattimento di uno dei temutissimi Animali Leggendari da cacciare all’interno del gioco. Ho completato buona parte dell’avventura di Arthur Morgan durante la convalescenza solitaria in seguito ad un incidente in motorino, e l’affetto che provo nei confronti di quel cowboy burbero e malconcio supera con estrema facilità l’evidenza del fatto che si tratti unicamente di un personaggio virtuale dentro una storia inventata.

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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Da allora Red Dead Redemption 2 è diventata la mia personale pietra di paragone riguardo qualunque esperienza audiovisiva, l’ho tirato in ballo tra le righe in più di un articolo per questa rivista, che comunque gli ha dedicato un intero approfondimento già nel primo numero, a testimonianza di un interesse per il medium videoludico che tra queste pagine ha inanellato racconti basati sulle mappe dei giochi, interviste a sviluppatori, focus su titoli cruciali di queste stagioni come Control, Death Stranding e Cyberpunk 2077. In ogni caso: Gavin è una figura perennemente invocata da uno degli incontri ricorrenti nei bighellonaggi tra le varie città della mappa come Rhodes, Valentine, Saint Denis – l’amico Nigel, un gentiluomo inglese immigrato tra i brutti ceffi della frontiera, dice che il fraterno compare Gavin è scomparso all’improvviso una mattina dal loro accampamento, e da quel giorno va in giro urlando il suo nome al vento.

Com’è noto, Red Dead Redemption 2 è un gioco in cui il tempo ha una progressione effettiva, quindi si invecchia, la ferrovia si espande sempre di più, e Nigel è sempre lì, in viaggio a piedi, ad ogni apparizione più derelitto e disperato. Dove diavolo si sarà
ficcato Gavin? Per quanto spunti ancora qualcuno che accampi teorie più o meno improbabili, diviene ad un certo punto abbastanza inequivocabile che “trovare Gavin” non sia un reale obiettivo del gioco quanto una delle decine di racconti che costituiscono
la mitologia dell’opera, una sorta di piccola storiella morale, di apologo filosofico. Cercare davvero Gavin sarebbe una incredibile perdita di tempo. Ma non sono questo i videogiochi?

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