Senza arte né parte

di Giovanni Albanese

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Senza arte né parteInterpreti: Vincenzo Salemme, Donatella Finocchiaro, Giuseppe Battiston, Hassani Shapi, Paolo Sassanelli, Sonia Bergamasco
Origine: Italia 2010
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 90'

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In un Salento che deve fare i conti con la crisi, il Premiato Pastificio Tammaro chiude la vecchia fabbrica, con l'intenzione però di riaprirne presto una nuova, completamente meccanizzata. Tutti gli operai perdono il lavoro e si ritrovano in una situazione drammatica. Facciamo la conoscenza dei tre protagonisti della storia: Enzo (Vincenzo Salemme – Il tuffo, L'amico del cuore, Amore a prima vista, Volesse il cielo), sposato con Aurora (Donatella Finocchiaro – Angela, Il regista di matrimoni, Baaria, Viaggio segreto), Carmine (Giuseppe Battiston – Notizie dagli scavi, La passione, Giorni e nuvole, La giusta distanza, La bestia nel cuore, Non pensarci, Agata e la tempesta), che vive con la madre e il fratello minore e Bandula (Hassani Shapi – Nessuno mi può giudicare, Irina Palm, Non desiderare la donna d'altri, Il mondo non basta), immigrato indiano.
Negli stessi giorni, Alfonso Tammaro (Paolo Sassanelli – Figli delle stelle, Giorni e nuvole, Last Minute Marocco), consigliato dalla sua bella consulente finanziaria (Sonia Bergamasco – Sanguepazzo, La meglio gioventù, L'amore probabilmente), compra una collezione d'arte contemporanea e la sistema momentaneamente all'interno del vecchio pastificio. Ad Enzo, Carmine e Bandula viene offerta la possibilità di custodire il magazzino. I tre vengono per la prima volta a contatto con l'arte contemporanea: dapprima non la capiscono e ci ironizzano sopra, per poi intuire di avere tra le mani la possibilità di arricchirsi falsificando le opere per vendere gli originali. Ha così inizio un'avventura che riserverà loro più di una sorpresa.

 

Giovanni Albanese, regista e artista, è titolare della Cattedra di Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2003 è uscito nelle sale il suo film A.A.A. Achille, con cui ha vinto il Giffoni Film Festival. «L’idea di questo film — dice Albanese — nasce da un cortocircuito di due mondi diametralmente opposti tra loro: la dura realtà di lavoro degli operai di un pastificio salentino e l’elitario mondo dell’arte contemporanea italiana e internazionale. Gli operai che ho scelto di raccontare sono degli scaricatori di pasta, gli ultimi tra gli ultimi nella catena produttiva della fabbrica, non sono operai specializzati e nemmeno semplici, sono uomini che conoscono solo il lavoro manuale e la fatica fisica e che tirano la cinghia per arrivare alla fine del mese. Allora, questa gente che tipo di rapporto può avere con l’arte contemporanea o con l’arte concettuale? Come reagiranno i nostri se le vicissitudini della vita li porteranno in diretto contatto con un mondo a loro ignoto, fatto di oggetti spesso indecifrabili, per loro inutili, ma per i quali collezionisti facoltosi in tutto il mondo, sono disposti a spendere una fortuna?»

 

(A.M.)
 

 

 

 

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