Sergio Castellitto si dimette da presidente del CSC
Il regista e attore lascia la presidenza dopo mesi caratterizzati da polemiche, critiche e crescenti pressioni nella gestione dell’istituto
“Caro Centro Sperimentale di Cinematografia, cari tutti. Lascio la presidenza della Fondazione”.
L’ennesima difficoltà del ministero della Cultura viene dalla lettera di dimissioni irrevocabili di Sergio Castellitto dalla presidenza del CSC. La decisione potrebbe essere conseguenza di mesi caratterizzati da polemiche e crescenti pressioni, che hanno messo in evidenza una serie di problematiche legate alla gestione dell’istituto. Anche se lo stesso Castellitto si affretta a smentire quest’ipotesi proprio nella lettera di dimissioni: “Non sono gli attacchi ad avermi spinto a lasciare, mi hanno ferito ma mai impaurito. Semplicemente voglio tornare a fare il mio vero mestiere, che ho trascurato per più di un anno”.
Il regista e attore, assunto l’incarico il 4 ottobre 2023, aveva proposto numerose iniziative, ma anche affrontato critiche per la gestione delle risorse e dei progetti.
Uno di questi è I tre giorni della diaspora degli Artisti con la partecipazione di figure di spicco come Paolo Sorrentino e Matteo Garrone e la contestata somma di 4.000 euro per il ruolo di moderatrice di sua moglie, la scrittrice Margaret Mazzantini, pari a quanto riconosciuto a David Grossman.
Tra gli episodi più controversi si annovera l’incendio dell’8 giugno, che ha distrutto 500 scatole di bobine in nitrato, contenenti 220 titoli storici del patrimonio cinematografico italiano. In quel caso il CSC non ha gestito adeguatamente la comunicazione dell’incidente, rimuovendo dal proprio sito web la notizia dopo soli 30 minuti, suscitando ulteriori polemiche. Una scelta della direttrice generale Monica Cipriani, che ha ritenuto tale informazione come lesiva dell’immagine del CSC. L’evento ha posto l’accento sugli spazi inadeguati e sulla mancata digitalizzazione delle pellicole nello stesso periodo in cui il CSC non aveva rinnovato 17 tecnici impiegati proprio nella digitalizzazione del patrimonio storico italiano.
Inoltre, la presidenza Castellitto è stata segnata da alcuni episodi di spesa considerata eccessiva come l’affitto di Villa Gallo, una dimora storica, alloggio del direttore durante il Festival di Venezia, costato 24.000 euro. Il regista si era difeso sottolineando di aver rinunciato a una suite presso l’Hotel Excelsior di Venezia, offerta, però, come sempre, dal Festival.
Le difficoltà non si sono limitate agli aspetti organizzativi ma hanno riguardato anche la gestione finanziaria. Sono emersi dubbi su alcune consulenze legali che hanno generato un buco in bilancio, con oltre 400.000 euro destinati a tre studi legali, nonostante il Centro possa usufruire del patrocinio gratuito dell’Avvocatura dello Stato.
Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha espresso rammarico per la decisione di Castellitto, esprimendo gratitudine e stima per il lavoro svolto e confermando che le attività del CSC proseguiranno con continuità.
“Il Centro sperimentale è un luogo dove si studia, si promuove e si protegge l’arte cinematografica. Non consentite mai che diventi territorio di conquista per altri scopi. Vi voglio bene”, conclude la lettera di dimissioni Castellitto.