SERIE TV – Game of Thrones 4×09 – The Watchers on the Wall

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Con un concept che molto deve a John Carpenter, The Watchers on the Wall si presenta come il momento, non solo più atteso dai fan, ma soprattutto come uno dei più attentamente organizzati e costruiti dalla produzione. Sin dal suo inizio, infatti, Il Trono di spade ci ha abituato a “penultimi episodi” di grandissima tensione, dove il dramma e il pathos del genio di Martin esplodono in tutta la sua forza.

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La resa dei conti è arrivata. L’immenso esercito agli ordini di Mance Rayder è arrivato alle pendici della Barriera con l’intenzione di sfondare le difese e penetrare incontrollato nei Sette Regni. L’unico ostacolo tra i popoli barbari e la civiltà del regno instabile di Approdo del Re è un manipolo di Guardiani della notte, pronti a tutto a resistere in quella che sarà la notte più lunga della loro vita. 

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Con un concept che molto deve a John Carpenter, il nono episodio della quarta stagione si presenta come il momento, non solo più atteso dai fan, ma soprattutto come uno dei più attentamente organizzati e costruiti dalla produzione. Sin dal suo inizio, infatti, Il Trono di spade ci ha abituato a “penultimi episodi” di grandissima tensione, dove il dramma e il pathos del genio di Martin esplodono in tutta la sua forza. Dopo l’esecuzione di Ned Stark (prima stagione), la Battaglia delle Acque nere (seconda) e le indimenticabili Nozze Rosse (terza), l’asticella delle aspettative era altissima, anche per la nuova partecipazione del regista Neil Marshall (Centurion, The Descent), già artefice , con le sue ultime imboscate nel mondo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, di alcuni dei migliori episodi del serial. Gli autori, per una volta, lasciano da parte le molteplici e disordinate storyline, e si concentrano totalmente sulla resistenza impossibile di Jon Snow e dei suoi confratelli. L’episodio guadagna molto dallo sfoggio di mezzi utilizzato (effetti speciali inclusi) e della dilatazione dei tempi necessaria a raccontare con cura la vicenda ma forse per il poco epos con cui, in tutta la stagione, è stata costruita l’attesa di questo momento, qualcosa non funziona come dovrebbe. Non si può dire, infatti, che qualcuno abbia provato ansia per l’arrivo dell’esercito dei Bruti e delle conseguenze della sua vittoria o, allo stesso tempo, non si può certo dire di aver davvero solidarizzato quest’anno con Jon Snow e con il suo conflitto perenne con gli ottusi e invidiosi comandanti della Confraternita. Anche il momento più toccante, il ricongiungimento finale con l’amata Ygritte, pur nella sua emotività non riesce a colpire. Ben altro discorso, invece, merita invece la lenta ma implacabile, ascesa narrativa del personaggio di Samwell Tarly (l’ottimo e sottovalutato John Bradley) eroe in continua evoluzione, capace di rubare la scena anche al più acclamato Jon, leader in pectore.

Ora, però non resta davvero che aspettare un’ultima, fatidica, puntata per scoprire ancora una volta le carte del mazzo, truccato, del nostro Martin. 

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