"Sfida per la vittoria" di Micheal Corrente

La retorica melassa di “Sfida per la vittoria" (genere sportivo – in questo caso, il calcio scozzese) non scalfisce nemmeno per un attimo il viso rugoso un grande Robert Duvall, quelle pieghe amare che ci suggeriscono itinerari mentali impossibili, completamente folli, del tutto avulsi dallo scorrere effettivo del film

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Il film sportivo. E la celebrazione dei suoi fasti che continuano a perdurare, indomiti e noncuranti delle stagioni cinematografiche che passano. Stavolta ci troviamo nei paraggi del film per famiglie, di quelli edificanti, che non aggiungono niente di profondo al genere di cui partecipano, ma che non tolgono nemmeno nulla, concepiti come sono per la veloce fruizione dell'usa-e-getta. Poi, nei titoli di testa, compare il nome di Robert Duvall, e la faccenda assume un altro tono. Non tanto per l'opera in sé, quanto per la vitalità che l'attore inietta in tutte le operazioni in cui è coinvolto. Come in questo racconto ad esempio, in cui la retorica melassa del messaggino edificante non scalfisce nemmeno per un attimo quel viso rugoso, quelle pieghe amare del viso che ci suggeriscono itinerari mentali impossibili, completamente folli, del tutto avulsi dallo scorrere effettivo del film. Nell'opera di Corrente, si parla di calcio, nella fattispecie di quello scozzese che sa tanto di campetti di periferia, di allenatori che puntano in alto, di giovani promesse coltivate con il fare attento e partecipe degno delle grandi occasioni. Non ci spostiamo molto di più, tranne forse per un immaginario (il nostro) alimentato da precisi mentali abbastanza condizionanti, che ci parlano dei nostri campi, della nostra mentalità, del nostro rapporto con il gioco. Nell'opera in questione si parla della Scozia, dell'entusiasmo che una squadra locale fa nascere negli abitanti del luogo, ma soprattutto dello sport quale tramite di formidabile efficacia nel rapporto con gli altri, in desideri di rivincita, in voglia di rivalsa. La sintassi frenetica del genere viene rispettata alla grande, con qualche guizzo nella parte finale con la creazione del pathos di routine. Titolo originale: A Shot at Glory
Regia: Micheal Corrente
Sceneggiatura: Denis O'Neill
Fotografia: Alex Thomson
Montaggio: David Ray
Musica: Mark Knopfler
Scenografia: Andy Harris
Costumi: Trisha Biggar
Interpreti: Robert Duvall (Gordon Mc Leod), Micheal Keaton (Peter Cameron), Ally Mc Coist (Jackie Mc Guillan), Brian Cox (Martin Smith), Kristy Mitchell (Kate McQuillan), Cole Hauser (Kelsey), Morag Hood (Irene), Libby Langdon (Annie)
Produzione: Rob Carliner, Michael Corrente, Robert Duvall per Butcher's Run Film/Revere Productions
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 115'
Origine: Stati Uniti, 2000

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